“Non venga fomentata la paura, soprattutto nei confronti di chi è diverso da noi e che bussa alla nostra porta””
Bolzano – La lettera pastorale quaresimale del vescovo di Bolzano-Bressanone Ivo Muser porta la data di questa domenica – “Giornata della solidarietà” – ed è stata pubblicata in occasione di un convegno tenutosi presso il Centro pastorale del capoluogo altoatesino lunedì sera.
Quando “alziamo lo sguardo verso il crocifisso”, scrive il vescovo, “contempliamo il mistero profondo di tutta la realtà. In quell’uomo sfigurato, umiliato, sconfitto e ucciso vediamo ogni dramma, ogni tragedia, ogni sconfitta della storia e contemporaneamente il Signore che tutto rianima e che a tutto dà vita”. Un Signore che “ci vuole suoi discepoli, ci vuole come lui, ci vuole solidali”.
“Se parliamo di solidarietà, di giustizia, di bene comune, probabilmente saranno pochi a non trovarsi d’accordo. Trarne le conseguenze quando la situazione si fa concreta diventa più difficile e impegnativo; come singoli, famiglie, gruppi, associazioni, parrocchie o collettività più ampie troviamo spesso molti motivi per limitare il nostro impegno per gli altri. Ma se la solidarietà è l’espressione nella vita sociale, politica ed economica dell’amore stesso di Dio, essa non è una scelta opzionale, o solamente teorica”. Mons. Muser cita papa Giovanni Paolo II, secondo il quale la solidarietà “non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario, è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo veramente responsabili di tutti”.
La solidarietà è anche “un principio sociale ordinatore delle istituzioni”. “Le società hanno bisogno di coesione sociale per potersi realizzare pienamente, forti diseguaglianze e tensioni ne mettono in discussione il funzionamento e lo sviluppo. Ci sviluppiamo tutti insieme o tutti insieme prima o poi declineremo: tutti dipendono da tutti e tutti contribuiscono al bene della collettività. La scelta di Dio che sta dalla parte dei poveri è per il bene di ogni persona e di tutte le persone; l’opzione per i poveri è per il bene di tutta la società, chi sta ai margini non deve suscitare un interesse marginale da parte della collettività, le istituzioni della società hanno il compito di far fiorire la vita di tutti. Tutto ciò ha bisogno che si sviluppino reti di fiducia e che non venga fomentata la paura, soprattutto nei confronti di chi è diverso da noi e che bussa alla nostra porta”.
Continua mons. Muser: “Corriamo il pericolo di essere sempre più considerati come consumatori e come ‘user’, come individui tra loro isolati, come clienti del sistema produttivo. Non siamo solo questo. Siamo persone con i loro talenti ed i loro limiti, i loro sogni e i loro fallimenti, persone che hanno bisogno di essere accolte, accettate ed amate”.
Uno sguardo all’Europa: “Abbiamo il dono di partecipare a quel progetto di umanità e di civiltà che è l’Unione europea ‘a servizio del mondo intero’ – come scriveva nel 2009 il vescovo Karl Golser – con la responsabilità di costruire un’Europa sociale ed accogliente, rispettosa della vita in tutte le sue fasi, fraterna e attenta alle diversità, un’Europa della cultura dell’incontro e della libertà”.
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