Giovedì scorso ricorreva l’undicesimo anniversario della “partenza al Cielo”, come usano dire i Focolarini, della fondatrice Chiara Lubich. Si sono ritrovati a ricordarla in Duomo con l’Eucaristia presieduta dall’Arcivescovo di Trento e concelebrata da alcuni sacerdoti amici del movimento.
E’ partito dall’atteggiamento di fede della regina Ester (“io sono sola e non ho altro oltre a Te”) mons. Tisi per sottolineare l’intuizione di Chiara Lubich nell’affidamento a Hesù abbandonato e la sua tensione a configurarsi al Cristo. “Gli studi sulla sua vita e la sua parola mettono in evidenza che Chiara era una mistica – ha osservato – con la duplice dimensione di ogni mistico: una gioia ineffabile ma anche momenti di ineffabile desolazione”.
Come San Paolo e come ogni discepolo, secondo l’Arcivescovo, Chiara ha avuto dallo Spirito Santo il dono di conformarsi a Cristo, vivendo così e testimoniando una dimensione trinitaria: “Anche se non ha studiato e insegnato teologia – ha detto Tisi – potremmo quasi definire Chiara dottore della Chiesa per quanto ci ha aiutato a capire dell’Amore del Padre verso il figlio e per quanto ci ha detto sulla spiritualità di comunione”.
Agli amici del Movimento – che lo avevano ringraziato ad inizio celebrazione per il suo servizio all’unità nella diocesi – l’Arcivescovo ha simpaticamente “rivendicato” la trentinità di Chiara Lubich. “E’ qui, in questa terra che lei è nata e è cresciuta, è il Vescovo di questa Chiesa che ha riconosciuto e regalato il suo carisma al mondo intero”.
Mons. Tisi ha indicato l’avvicinamento al 2020, anniversario della nascita di Chiara Lubich, come occasione per far conoscere quel Gesù che ella tanto ha amato. In questi mesi continua il lavoro di preparazione dell’anniversario che già nel dicembre 2019 sarà anticipato da una mostra presso le Gallerie di Piedicastello curata con la Fondazione Museo Civico di Trento.
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