Le donne che hanno fatto il Trentino

Esce per l’8 marzo un volume che porta finalmente alla ribalta molte protagoniste dell’impegno per la comunità trentina

Con le mimose arriva quest’anno una chicca storiografica, un invito a ripercorrere il nostro passato con occhio più attento alla componente femminile. E’ la pubblicazione, curata dalla Società di Studi trentini di Scienze Storiche del progetto finanziato dall’Ufficio Pari Opportunità della Provincia autonoma di Trento con il coinvolgimento di vari enti (vedi sopra) che ha indagato a fondo la documentazione sulle donne trentine protagoniste in vari ambiti della crescita della nostra società. Tra biografie e bibliografie, tra percorsi collettivi e vicende individuali, il volume consente di “Mantenere memoria” – come dice il titolo – di quante si sono spese nelle istituzioni della politica, ma anche alla guida delle associazioni. Oltre alle donne elette in politica, s’incontrano quindi anche partigiane come Ines Sirena, la fondatrice della Lega Pasi-Battisti Livia Battisti, la pioniera delle “Donne Rurali” Emma Schwarz, oltre naturalmente alla fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich.

Non sono state solo loro a “fare il Trentino” e fin dalle pagine introduttive il volume invita a tornare indietro nella storia, alle dimensioni ecclesiali di Giovanna Maria della Croce o intellettuali e caritative di Francesca de Lutti e Gemma De Gresti. O all’irredentista Bice Rizzi o alla partigiana Clorinda Menguzzato, all’emigrata suor Paolina Visintainer, alle presidenti della SAT come Angelina Vinotti o altre ricordate con l’intitolazione di qualche via o piazza.

Con l’obiettivo del volume – dichiarato dalla curatrice Roberta Giovanna Arcaini – di “offrire una panoramica, ma anche una guida per ulteriori approfondimenti”.

Il contributo sociologico-statistico di Anna Vittoria Ottaviani rilegge l’andamento anche statistico della presenza femminile nelle istituzioni, utile per una riflessione sulle pari opportunità. A partire dalla prime due donne elette sindaco nel 1969 – Anna Maria Ceccato a Cinte Tesino e Pia Borga Tomasi a Monclassico alle 19 del 2015 (di cui 10 rielette) – con una messe di curiosità sui Comuni più rosa nella storia. In Consiglio provinciale si parte con Zita Lorenzi, quattro legislature, che ebbe poi un ruolo importante nella fondazione del Villaggio SOS e dell’AIART, l’associazione degli Spettatori. E poi Sitia Sassudelli, che ebbe anche ruoli di guida nell’Azione cattolica, Enrica Perazzolli, Carla Grandi, Giuseppina Bassetti, per due legislature e Claudia Renzi Piccoli, per ben 4. Nella storia del Consiglio provinciale le consigliere sono state, fino alla precedente legislatura, soltanto 23, mentre le parlamentari sono appena 13: spiccano i nomi di Elisabetta (Elsa) Conci, che fu anche “madre costituente”, come Maria de Unterrichter Jervolino, eletta però fuori provincia. Fra le prime parlamentari anche Elisabetta Bertotti, Lucia Fronza Crepaz, Maria Letizia De Torre e Laura Froner, tutte con due legislature.

Pregio della ricerca è di offrire tutti i collegamenti con le fonti già edite sui personaggi citati e sugli archivi privati o specializzati. Significativo anche il frequente abbinamento fra l’impegno politico e quello nel volontariato: Duccia Calderari fu consigliera comunale a Trento e volontaria focolarina.

Un capitolo è dedicato al movimento femminile nel ‘68, all’Archivio Donne a Rovereto o al Collettivo Basso Sarca. Molto interessante anche l’affondo sull’associazionismo culturale (dall’Accademia degli Agiati alle riviste storiche) e su quello ecclesiale, dall’Azione Cattolica alle ACLI, in cui lo “svelamento” del protagonismo femminile si manifesta anche come una traccia per il futuro.

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