Favorire la partecipazione delle donne al mondo dell'impresa, soprattutto ai vertici, fa bene alle imprese, e non solo
“Sono convinta che lavorare insieme, uomini e donne, possa produrre dei risultati più positivi per le aziende”. Lo dice con fermezza, Claudia Gasperetti, imprenditrice, responsabile del Movimento Donne Impresa dell’Associazione Artigiani del Trentino, che dà voce alle oltre 4 mila imprenditrici artigiane della Provincia.
Perché un movimento femminile dentro il mondo dell’imprenditoria trentina?
In Trentino – Alto Adige abbiamo il più basso indice di imprenditoria femminile in Italia: il 18% contro la media nazionale del 22%. Grazie ai movimenti, abbiamo ottenuto i comitati per l'imprenditoria femminile e le tre leggi provinciali correlate, che hanno favorito la nascita e il sostegno di nuove imprese femminili.
In che modo?
In Accademia d'impresa si sono incrementati i corsi di formazione per aspiranti imprenditrici; sono stati promossi strumenti di conciliazione in Agenzia del lavoro (come “In tandem” e “co-manager”) per tutte le categorie, anche le professioniste; e in più è aumentato il numero delle donne negli organi camerali.
Quali specificità offrono le donne al mercato e all’organizzazione del lavoro?
La leadership femminile è molto attenta all'inclusione e al benessere dei propri collaboratori. Migliora il clima aziendale e la redditività delle imprese. Le donne con creatività e capacità multifunzionali portano innovazione, si ispirano spesso alla Green e alla Blue Economy, al riuso, al riciclo, al recupero delle tradizioni, coniugate però con il trasferimento di nuove tecnologie e al rispetto dell'ambiente.
Tra le nuove tecnologie ci mettiamo anche la Rete.
L'utilizzo di Internet alimenta l'economia nelle valli e in montagna, permettendo di continuare a vivere in quei luoghi periferici, dove è importante continuare a educare i figli, tramandare i valori e le unicità del nostro territorio.
Lei fa parte del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile, istituito presso la Camera di Commercio di Trento. Quali temi emergono, nei vostri confronti al femminile, rispetto al cammino per una reale parità tra uomo e donna nel mondo del lavoro?
Soprattutto il tema della rappresentanza. Ad esempio, nelle società quotate in Borsa, grazie alla legge Golfo-Mosca (legge n. 120 del 2011 ha introdotto nel sistema societario quote di genere per favorire l’accesso alle cariche sociali da parte del genere meno rappresentato, ndr), c'è una percentuale di presenza femminile che si aggira intorno al 30%. Ma ai vertici c'è appena un 10%.
Ci sono ulteriori, nuove iniziative legislative?
Proprio oggi (6 marzo, ndr) la senatrice trentina Donatella Conzatti presenta una proroga della legge per favorire l'inserimento delle donne nei consigli di amministrazione. Mi auguro che ciò possa essere di esempio per tutte quelle imprese non quotate che, anche in Trentino, sono quasi tutte a conduzione maschile.
I dati sulla discriminazione di genere nel lavoro fanno riflettere. La sua esperienza di donna imprenditrice cosa le suggerisce?
Permane una discriminazione retributiva, ma è in particolare a livello di conduzione di azienda che registriamo una discriminazione. Eppure le donne sanno lavorare in tutti i campi e meriterebbero di accedere ai vertici. C'è ancora molto lavoro culturale da fare.
Qual è la difficoltà maggiore per una donna imprenditrice?
Coniugare il lavoro con gli impegni familiari come la cura dei figli o dei genitori anziani.
Ci sono iniziative pensate per dare sostegno alla donna imprenditrice, ad esempio il registro provinciale Co-manager.
E' lo strumento a sostegno delle imprenditrici e delle professioniste che devono delegare, temporaneamente, la conduzione della loro attività. Come Movimento donne impresa siamo state le prime, insieme a Confesercenti, già dieci anni fa a lavorarci e poi l'abbiamo allargato a tutte le libere professioniste. Ne siamo molto orgogliose, è uno strumento unico in Italia e cercheremo di diffonderlo a livello nazionale.
Ha accennato alla necessità di far crescere una cultura. Va in questa direzione l'iniziativa dell'associazione di donne giornaliste Giulia e dell'Osservatorio di Pavia, sostenuta dalla Fondazione Bracco, 100esperte.it: una piattaforma online fonte di voci femminili prestigiose e autorevoli nel settore delle scienze “dure” (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica). Uno sforzo apprezzabile, meritorio?
Certo. E' importantissimo. Uno dei problemi è che le donne ci sono, ma non c'è comunicazione. Noi abbiamo lavorato insieme alle Pari opportunità al progetto “La banca dei saperi” per costruire una banca dati di curricula di donne competenti e portare donne nei consigli di amministrazione: speriamo che la nuova giunta provinciale vi dia seguito.
In vista dell’8 marzo si moltiplicano i sondaggi. Ne ho sott’occhio uno che stila la classifica delle donne imprenditrici più famose sul web (fonte: SEMrush). Ai primi posti, nell’ordine, l’influencer Chiara Ferragni, la youtuber Sofia Viscardi, la “nostra” Elisa Maino (giovaninissima muser trentina, è nella top ten mondiale di Musical.ly), la cuoca, blogger e scrittrice Sonia Peronaci di giallozafferano.it; solo al 4° e 5° posto Miuccia Prada ed Emma Marcegaglia, imprenditrici in settori più tradizionali. E’ un segno dei tempi?
Penso di sì. Però è significativo vedere che al primo posto ci sono le imprese digitali. Per arrivare al cliente è importante utilizzare questi strumenti. Ma è importante che si parli di imprenditoria femminile. Perché sempre più donne possano portare il loro contributo al mondo dell'impresa e realizzare i propri sogni di vita e di lavoro. Fare l'imprenditore o l'imprenditrice richiede impegno, passione, competenza. Bisogna dedicarci la vita.
Come ha fatto lei, che è socia della ditta Elettronord, che opera dal 1981 nel settore degli impianti elettrici civili e industriali. C'è qualcosa di suo nella scelta aziendale di stilare un codice etico aziendale?
Penso di sì. Abbiamo introdotto vari sistemi di qualità, certificazioni, il Family Audit per la mia sensibilità rivolta verso dipendenti e collaboratori, condivisa da mio marito: sono convinta che lavorare insieme, uomini e donne, possa produrre dei risultati più positivi per le aziende, lo dicono le statistiche internazionali. Nelle aziende a conduzione mista c'è un clima più sereno e aumentano la redditività e gli utili.
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