Classe 1937, aldenera doc, Alma è fiduciaria di Vita Trentina dal 1976, quando è subentrata alla figlia Lucia. “Caso curioso, solitamente penso sia il contrario, no?”, domanda sorridendo. Al settimanale la lega una lunga tradizione di famiglia. “Da quando ho memoria, è sempre arrivato a casa nostra : da giovane abitavo a pochi passi dalla canonica, la parrocchia è sempre stata un punto di ritrovo, un riferimento”.
Le dispiace che gli abbonati, negli anni, siano diminuiti, “qui in paese eravamo arrivati ad averne anche a una quarantina”, racconta Alma, che fa anche da riferimento per Garniga e Cimone.
Al di là della raccolta, è davvero un bel rapporto quello che si crea con i lettori affezionati: scambiarsi opinioni, andare a trovarli per bere un caffè o fare due chiacchiere, tutto questo significa essere fiduciari. “Porto avanti il mio impegno da anni perché credo che Vita Trentina porti nelle case quella ‘buona parola’ che è testimonianza, evangelizzazione”, aggiunge Alma. “Personalmente, leggo molto volentieri le analisi politiche di Pombeni, il commento al Vangelo della domenica, gli articoli sulla nostra diocesi e sul vescovo: anzi – suggerisce Alma – mi piacerebbe sentire di più la sua voce…Che di certo non gli manca!”,
E prosegue. “Sul settimanale ho trovato spunti molto interessanti sul tema dei migranti, riflessioni e approfondimenti differenti da quello che si può sentire, magari velocemente, dalla televisione. Penso che – soprattutto su temi così delicati – sia importante continuare a confrontarsi, farsi un’idea sentendo più campane”. Tra i ricordi più piacevoli che Alma lega alle colonne di Vita Trentina, le tappe della beatificazione di don Mario Borzaga accompagnate dalla testimonianza della sorella Lucia.
Mentre chiacchieriamo l’ufficio si anima, squilla il telefono, suona il campanello. La quotidiana attività di chi mette a disposizione il suo tempo per gli altri. “Ad Aldeno ci siamo sempre dati una mano, il volontariato contribuisce a tenere unito il paese. Le nuove famiglie qui si trovano bene, ci sono i servizi, spazi per i bambini, un oratorio vivo, la canonica aperta a tutti”, prosegue. Certo, se una volta “ci si conosceva tutti”, oggi è più difficile dato sono stati superati i 3 mila abitanti, tanti venuti da fuori e che magari vi risiedono per un periodo breve. “Ma fare accoglienza è fondamentale, vuol dire cercare di conoscere l’altro, cominciando magari con un saluto”, dice con convinzione Alma. “E cosa importa se è bianco, nero o rosso?”.
Arriva il tempo di salutarci, ma prima bisogna scattare la foto di rito. Dimenticanza di chi scrive, il giornale è rimasto in redazione. Si offre di andare a recuperarne una copia in chiesa Graziano – prezioso volontario, si occupa della contabilità delle tre parrocchie – che nel frattempo era arrivato in ufficio. Torna dopo pochi secondi con in mano Vita Trentina. “Ecco qua, siamo stati fortunati. Ne abbiamo portate giù otto ieri mattina, ce n’erano ancora soltanto due…”.
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