Un’amicizia antidoto all’odio sociale

Dentro il successo televisivo de “L’amica geniale”, tratto dal best seller di Elena Ferrante

La vendita di 10 milioni di copie specialmente in Paesi anglofoni è stata un ottimo stimolo per Rai fiction e la nota emittente statunitense Hbo per la coproduzione di una fiction ispirata al best-seller di Elena Ferrante L’amica geniale.

Il progetto prevede di affidare al regista Saverio Costanzo la quadrilogia della scrittrice e per la prossima stagione tv il secondo volume. Eccezionali,considerato il genere, sono stati anche i sette milioni di spettatori della fiction di RaiUno, per quanto orientati da una martellante promozione mediatica. Nell’Amica geniale il regista, grazie anche alla qualità filmica del linguaggio adottato, ha mostrato con efficacia nelle prevaricazioni, nelle violenze, nell’insaziabile sete di ricchezza della camorra le radici dell’odio sociale e del degrado non solo delle periferie. La quadrilogia è presentata dalla Ferrante come l’ immaginaria “Storia di un’amicizia”, quella con Raffaella Cerullo-Lila, scritta dalla protagonista Elena Greco-Lenù, entrambe nate nel 1944 e compagne di banco alla Scuola elementare. In questo viaggio della memoria dagli Anni ’50 alla globalizzazione del XXI sec. anche nel loro rione , non nominato, ma riconoscibile come Rione Luzzatti,si verificano le manifestazioni operaie degli Anni ’60 e’70, mentre il mercato della droga fa le sue vittime e nel terrorismo sono implicati alcuni amici di Lenù. In seguito, lo sviluppo economico degli Anni Ottanta garantirà un maggiore benessere. C’è una questione del tutto ignorata nei ceti popolari, quella femminile. La sottomissione della donna inizia dall’infanzia: il divieto di ogni autonomia, dell’istruzione (Lenù studia col sostegno della sua maestra),di un’attività propria ;si ritengono lecite anche le percosse di mariti e padri.

Ma chi è l’amica geniale? Lenù è una studentessa brillante e sarà una nota scrittrice; Lila, generosa, determinata, creativa è una prodigiosa autodidatta, a proprio agio in ogni ruolo. Tuttavia è lei ad assegnare a Lenù questo titolo, quasi fosse una profezia. Il loro rapporto è profondo, ma complesso, a volte concorrenziale, ma servirà ad Elena per migliorarsi. Quando coll’avanzare degli anni i suoi libri non sono più di moda, Elena , vedendo Lila al computer, teme, e non osa chiederglielo, che stia scrivendo un romanzo sul rione e su loro due che offuscherà le sue fatiche di una vita, ma, come segnala l’inizio del primo volume, l’amica scompare (si è allontanata?). Dal senso di sollievo nasce la “Storia di un’amicizia”, che restituirà a Lenù il successo e saranno rivalutati anche i libri precedenti.

Con le problematiche sociali nella quadrilogia interagiscono componenti di carattere esistenziale: amori, matrimoni, ruolo materno e paterno e un concetto di famiglia in un quadro valoriale in rapida evoluzione. Un disagio particolare riguarda Lila: la mancanza di amore per se stessa, a cui si aggiunge il dolore lacerante per la scomparsa della sua bambina che ritiene sia stata rapita e sia viva. Ricorrendo alla categoria estetica di Italo Calvino della “leggerezza” ci si predispone ad affrontare il “caso Ferrante”, ovvero: chi si nasconde sotto lo pseudonimo Elena Ferrante, la scrittrice e sceneggiatrice invisibile in quasi trent’anni di carriera e successi? Sono state avanzate varie ipotesi in merito, fra cui quella che la identifica nella traduttrice di origine napoletana, moglie di Domenico Starnone, Anita Raja.

Ma di recente è stata aperta una breccia nel mistero. Lo specialista in letteratura italiana contemporanea Simone Gatto ha ravvisato indiscutibili parallelismi fra le vicende, i caratteri speculari delle persone, le specifiche attività esercitate nel rione Luzzatti e quelle del quartiere popolare della madre Rosinè nell’autobiografia romanzata “Via Gemito” di Domenico Starnone, scrittore e sceneggiatore napoletano(Premio Strega 2000). Conclusione: Domenico Starnone è Elena Ferrante . Convincente?

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