Il Trentino “arbitro” del 102° Giro d’Italia

“Sarà uno dei Giri più duri degli ultimi vent'anni e proprio il vostro territorio, sul quale è già transitata per ben 158 volte, potrebbe decidere le sorti di questa manifestazione. Che, con quasi 200 Paesi collegati (per complessivi 800 milioni di telespettatori, ndr) e oltre 2.000 giornalisti accreditati, unitamente a 10 milioni di appassionati lungo il percorso, è tra gli eventi mediatici più importanti al mondo”.

Lo ha detto il direttore del Giro d'Italia, Mauro Vegni, presentando martedì scorso, nella sede di Trentino Marketing, le tre tappe provinciali della centoduesima edizione della kermesse.

La corsa rosa – che prenderà il via da Bologna il prossimo 11 maggio, con una breve ma selettiva cronometro individuale – arriverà sulle nostre strade mercoledì 29, in occasione della diciassettesima frazione, da Commezzadura ad Anterselva, di 180 chilometri, solo una quarantina dei quali (la partenza in leggera discesa lungo la Val di Sole fino al Passo della Mendola) in provincia di Trento.

Dopo la Valdaora-Santa Maria di Sala del giorno seguente, la carovana tornerà in Trentino venerdì 31, per gli ultimi 25 chilometri (dei 151 previsti) della diciannovesima tappa Treviso-San Martino di Castrozza, adatta a passisti scalatori.

Assai più impegnativo si preannuncia, invece, il tappone dolomitico Feltre – Croce d'Aune/Monte Avena, di 193 chilometri e 5.500 metri di dislivello, in programma il 1° giugno sul tracciato della leggendaria “Sportful Dolomiti Race”. Con le lunghe salite di Passo Manghen e Passo Rolle (scelto, nel 1937, per il gran debutto delle Dolomiti nel Giro) a fare con ogni probabilità la differenza, prima della cronometro conclusiva di Verona.

Proprio per garantire il passaggio della corsa da Passo Manghen (l'ultimo risale a maggio 2012), diverse imprese trentine hanno già ricostruito più del 60% della Strada Provinciale 31, distrutta dall'alluvione dello scorso 29 ottobre. “La prima maglia rosa spetta a loro e stiamo pensando di dedicare il Gran Premio della Montagna posto su questo storico valico a chi, nonostante le difficoltà dovute alle temperature e all'ambiente, adesso è al lavoro, dimostrandoci affetto”, ha sottolineato Vegni.

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