I bambini che (non) vanno a scuola

Il diritto all'istruzione attraverso fotografie, libri e… sedie da tutto il mondo]

“Rendere universale l'istruzione primaria”. Intorno a uno degli Obiettivi di sviluppo del Millennio – che gli stati membri dell'ONU si erano impegnati a raggiungere per il 2015 – si sviluppa la mostra dal titolo “Seduti intorno alla lavagna”. Nata nel 2015 dall'idea di verificare se questo obiettivo fosse stato raggiunto, la mostra offre uno sguardo allargato sulla scuola e sul diritto all'istruzione nel mondo. L'installazione è frutto del lavoro dell’associazione “A scuola di solidarietà” – appartenente al CAM (Consorzio Associazioni con il Mozambico onlus) che promuove la cooperazione tra territori in Mozambico e in Trentino – in collaborazione con altre realtà e associazioni che lavorano in Africa, Asia e America Latina.

“L'intento della mostra – spiega l'ideatrice e realizzatrice Giovanna Luisa Rama – è di stimolare una riflessione sul diritto all’istruzione, sulla realtà della scuola e sulla qualità dell’istruzione, in un mondo globalizzato profondamente segnato da ingiustizie”.

Alla sua quindicesima edizione, la mostra viene allestita al Vigilianum dal 4 al 21 febbraio nell'ambito della manifestazione “Diritti Doveri”. Nell'atrio spazioso della Biblioteca Diocesana sono esposte fotografie che raccontano realtà scolastiche lontane da casa nostra, e libri di scuola (soprattutto primaria) provenienti da vari luoghi del mondo. L'installazione è composta anche da una serie di sedie, sgabelli e tappeti, che simboleggiano l'accoglienza declinata secondo le diverse realtà culturali. “Sono tutti oggetti originali – spiega Rama – che raccontano delle storie. Quando qualcuno entra in una casa, gli viene proposto di accomodarsi perché l'ospite è sacro. Anche i bambini sono qualcuno da accogliere, è un loro diritto e un nostro dovere”. Nel contesto dei diritti dell'infanzia, queste sedie sono un simbolo e un richiamo importante: “Molti bambini nel nostro mondo non godono di questa accoglienza”.

Nell'installazione trovano posto anche delle sagome nere a “misura bambino”. Sono bambini lavoratori o soldato, rifugiati, ragazzi di strada, portatori di handicap, spose bambine… Sono tutti i bambini non scolarizzati, e attraverso le loro storie l'allestimento dimostra quanto siamo lontani dall’applicazione dell’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo: “Ogni individuo ha diritto all'istruzione. […

L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”.

Da quando la mostra è nata, nel 2015, gli Obiettivi dell'ONU sono stati rilanciati nell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che per quanto riguarda l'istruzione introduce per la prima volta (al numero 4) il concetto di qualità. “Questa 'qualità' non viene precisamente definita – sottolinea la curatrice –. Parlare di 'qualità' interroga anche noi e il nostro sistema scolastico, gli insegnanti, i programmi, i contenuti…”. “C'è ancora molto da fare – conclude Rama -. Lo sforzo va al di là dei 15 anni e ci riguarda tutti”.

La mostra sarà visitabile da lunedì 4 a giovedì 21 febbraio in orario di apertura della Biblioteca, dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 17.45 e il venerdì dalle 9 alle 13.

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