Disabilità, le “chiavi” per l’indipendenza

La tessitura di una solida e proficua rete collaborativa tra associazioni, cooperative, famiglie, istituzioni pubbliche e mondo del lavoro sta consentendo a decine di ragazzi diversamente abili (e sensibili) di concretizzare le proprie aspirazioni di vita autonoma e indipendente. Le coordinate geografiche di riferimento individuano un punto ben preciso, la Valle dei Laghi, territorio da sempre proteso al soddisfacimento dei bisogni di cura e di accoglienza dei suoi 10 mila e rotti abitanti, maggiormente oggi in seguito all’inesorabile contrazione delle risorse pubbliche.

L’associazione di volontariato Oasi Valle dei Laghi, forte di quasi trent’anni di esperienza sulle spalle e di 56 volontari attualmente attivi che capovolgono il paradigma interpretativo sulla disabilità, lancia tre laboratori per l’accompagnamento dei propri giovani utenti (e con essi le rispettive famiglie) nell’alveo di percorsi organici di crescita sia individuale che di gruppo, di inclusione e di responsabilizzazione fin dentro le mura domestiche.

Laboratori offerti a Padergnone presso la rinnovata Casa Sembenotti e indirizzati alla cura di sé piuttosto che alla pulizia e al riordino dell’abitazione o all’arte di muoversi abilmente tra pentole e fornelli, organizzati in partnerariato con i volontari della Caritas decanale, della Filodrammatica San Genesio di Calavino, di Oasi Tandem di Riva del Garda e degli anziani del circolo “el Fogolar” di Terlago.

Al via dai primi di marzo, la finalità ultima e preminente consiste nel sorreggere i ragazzi con disabilità cognitiva infondendo loro capacità di protagonismo e indipendenza dalle figure genitoriali o adulte in genere. Lo si è appreso a metà gennaio dalla serata informativa aperta a tutti, condotta da Alda Faes per la onlus Oasi, dal titolo evocativo: “Chiavi di casa”. Chiavi che aprono il cuore a “una comunità con le sue fragilità” con quest’ultime tendenti a celare potenzialità affettive e relazionali, il più delle volte sorprendenti e inaspettate.

Come piacevolmente stupita s’è dichiarata la giovane volontaria Anna Baldessari rapita dalle capacità dei “ragazzi di Oasi” di mettersi in gioco in maniera genuinamente spontanea, altro che “spintanea” come qualcuno potrebbe maldestramente pensare. E dire che “ciò che si dà si riceve all’ennesima potenza”, come insegnano le “scuole per l’autonomia”, realtà parzialmente rodate in Valle dei Laghi di cui ne sa qualcosa anche la Cooperativa sociale La Rete.

“I volontari sono sempre ben accetti, è un piacere avere persone nuove con cui collaborare”, risponde Graziella Toccoli in veste di presidente Oasi. È il caso di un entusiasta Roberto Coatti, inizialmente all’opera nella distribuzione dei pasti a domicilio. “Si parla tanto si sinergie e di reti ma a volte rimangono solo belle parole, mentre Oasi riesce a fare unione e a dare tanto alla nostra comunità”, osserva il numero due della Comunità territoriale Massimo Travaglia.

Alla soglia anagrafica dei quaranta, Gianfranco e Stefano hanno imparato il significato di condurre una vita “da soli, senza i genitori”, lo stesso a cui sta aspirando il trentaquattrenne Mirko volendo “trovare la strada giusta”. Gliela potrebbe indicare il prossimo progetto sperimentale, battezzato “Classe A+”, atteso alla presentazione di lunedì 11 febbraio ad ore 20 presso l’ex scuola elementare di Vezzano.

Le prerogative ci sono tutte: riconoscere al partecipante la possibilità di sperimentare e potenziare, per due giorni alla settimana sotto l’occhio vigile degli educatori, una vita il più possibile indipendente all’interno di appartamenti presso Casa Sembenotti. Ovviamente l’adesione è richiesta sia “volontaria e frutto di una scelta della persona e della famiglia” Obiettivo: consentire ad ogni “inquilino” di spiccare il volo dal proprio nido d’origine. Perché maschio o femmina che esso sia, arriva la stagione della vita in cui ogni giovane avverte un bisogno esplorativo più o meno impellente: quello di iniziare a fare le cose da sé, a costo di procedere per errori e tentativi.

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