Altre stragi nel Mediterraneo

Dopo ore di attesa in mare, lunedì 21 gennaio un centinaio di persone sono state riportate a Misurata, in Libia, con un cargo battente bandiera Sierra Leone. A bordo anche un bambino in gravissime condizioni. Per la portavoce dell’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per il rifugiati, non ci sono dubbi: “Violati i trattati”, afferma. “La Libia non è un paese sicuro, le soluzioni vanno trovate a terra e non sulla pelle persone”. Il fatto si è verificato all’indomani della morte di 170 migranti, annegati nel Mediterraneo perché tardivamente soccorsi. Tra di loro, denuncia l’Unicef, anche bambini. “Un approccio a livello regionale” che permetta alle navi di soccorso di far sbarcare le persone in modo sicuro e più rapidamente possibile “aiuterebbe ad evitare che questi bambini – molti dei quali hanno già subito sfruttamento e abusi – soffrano ulteriormente”, osserva il direttore regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale, Afshan Khan. Si stima che 23.000 bambini rifugiati e migranti siano arrivati via mare in Grecia, Italia e Spagna nel 2018.

“Il Mediterraneo deve essere un mare di pace, non una fossa comune”: così il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, durante la sua visita a Palermo. “Salvare vite umane – ha scritto sui social il presidente della Camera, Roberto Fico – è quello che fa una società sana”. Un pensiero alle migliaia di morti nel Mediterraneo in questi ultimi anni è stato espresso da Cagliari dal cardinale di origine trentina Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali”. Le migrazioni, ha osservato, “sono frutto di dinamiche perverse che colpiscono quei popoli, ma hanno le loro radici in altre stanze, le abitazioni degli Erodi dei nostri giorni, i quali continuano ad alimentare divisioni, lotta per il controllo delle risorse, traffici di armamenti”.

“Basta a chi fa propaganda su queste tragedie, basta a chi cerca scorciatoie con leggi che negano i diritti, alimentano illegalità e disperazione”, afferma in una nota don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele. “Le migrazioni vanno governate in modo intelligente”, mentre Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, invita a “potenziare viaggi sicuri e legali per queste persone sia con un decreto flussi sia con i corridoi umanitari”.

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