Con un bel gesto carico di valori, quest’anno il catalogo “Luci ed ombre del legno” è dedicato a tutti gli alberi caduti il 29 ottobre 2018. Circa otto milioni di metri cubi di legno. In un giorno il vento ha schiantato tanti alberi quanti se ne abbattono in tutta Italia in un anno di attività selvicolturale. Ci vorranno 100 anni per far sì che la situazione torni in equilibrio. Da tale constatazione luttuosa si sviluppano le considerazioni critiche e artistiche attorno a questa edizione del più bel simposio di scultura in legno d’Italia. Edizione nella quale più che mai si respira un’aria internazionale, con i tre vincitori di tre diverse nazionalità: segno di come nel corso degli anni la manifestazione abbia richiamato l’interesse e l’attenzione di diverse scuole di scultura attive nel panorama europeo. Più che altre volte mai, durante l’ultima settimana di luglio proprio dell’anno del disastro sono confluiti in Tesino artisti di dozzine di bandiere diverse, ciascuno con i loro distinti saperi, dando vita a un autentico scambio di linguaggi.
E’ stata inaugurata giovedì scorso a Palazzo Roccabruna a Trento l’ ultima edizione di “Luci e ombre del legno”, la mostra itinerante che da tredici anni presenta, in Trentino ma anche in diverse sedi emiliane, romagnole e toscane, il meglio del simposio internazionale di scultura in legno che tutte le estati si tiene in Tesino. Si compone di una ventina di opere, figurative e astratte, che con note di forte intensità illustrano l’immaginario artistico dei vari scultori.
Gli artisti premiati l’estate scorsa, e dunque coloro i quali espongono le loro opere in mostra, sono, come sempre, tre. La vincitrice è Marta Fresneda Gutiérrez, spagnola di Siviglia. La sua opera artistica poggia su un solido entroterra accademico e si mostra essere espressione della sua terra, della vita, del sangue, del sole di Siviglia, il riflesso del tempo in cui viviamo. In una parola, indipendentemente dal soggetto, l’espressione dell’anima. Jitka Kùsovà-Valevskà, artista boema di nascita e ispirazione, è molto legata alla sua Boemia nella quale è nata, cresciuta, vive e lavora, forte peraltro di una costante partecipazione a simposi di scultura in pietra e legno in tutta Europa già dal 1992, ottenendo in molte occasioni significativi riconoscimenti. Sempre interessante anche l’attività artistica di Ionel Alexandrescu, di origine romena ma da oltre vent’anni attivo a Torino. Molto affezionato al Simposio del Tesino, per due volte, nel 2013 e nel 2016, ne è stato il vincitore. Ad essi si affianca, come tradizione, un maestro di affermata reputazione. Per quest’edizione si tratta di Giorgio Conta. Con i suoi quarant’anni si tratta del più giovane “padrino” scelto ad accompagnare in sei centri abitati italiani le opere dei vincitori del Simposio del Tesino. Figlio d’arte (suo padre Livio era stato il “padrino” della prima edizione, quella del 2007) è riconosciuto come uno dei più rappresentativi scultori regionali oggi attivi; fra l’altro è stato presente, nell’estate del 2017, alla prima mostra italiana dedicata alla scultura lignea contemporanea, organizzata dalla Galleria Civica di Trento.
La mostra, ad ingresso libero, è aperta i quattro giorni centrali della settimana dalle 9 alle 12, giovedì e venerdì anche 17-20; poi il sabato dalle 17 alle 20. Nel periodo natalizio era stata presentata a Madonna di Campiglio; conclusa (31 gennaio) la sua presenza a Palazzo Roccabruna, verrà poi ri-allestita in febbraio a Borgo Valsugana, in marzo a Faenza (RA), in aprile a Dozza (BO), in maggio a Fiumalbo (MO). Anche in questa edizione 2019 il simposio va a svolgere una concretissima azione di valorizzazione e promozione della nostra provincia, ove particolarmente intimo è il rapporto fra uomo, natura e territorio, nello specifico in relazione alla ricerca artistica e al legno.
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