Troppe persone che frequentano la Chiesa non riescono a capire che il loro atteggiamento di esclusione nei confronti dei migranti è diametralmente opposto al Vangelo
Caro Direttore,
ho letto questa mattina su Vita Trentina l’articolo “Porti chiusi, porte aperte” e mi sono consolato al pensiero che, malgrado il Decreto Sicurezza, il Trentino non si sia lasciato chiudere all’accoglienza dei migranti.
Sono stato da poco in Trentino prima per fare una conferenza sulle diversità e le differenze (che mi ha permesso di saggiare il polso …leghista!) e poi per qualche giorno di vacanza. Mi sono rallegrato vedendo la realizzazione del Centro Betania nella mia Rovereto e insieme ho sentito anche la sofferenza di coloro che lavorano per i poveri e i migranti davanti all’incredibile chiusura che la politica nazionale e provinciale ha messo in atto.
Quello che più mi ha negativamente colpito però è stata l’atmosfera chiusa ed escludente nei confronti dei migranti che si percepisce un po’ dappertutto, un’aria di ostilità aperta verso i migranti che ora sono costretti a ritornare sulla strada ed essere più facilmente vittime della malavita.
Ancora più dolorosamente mi ha impressionato il fatto di incontrare parecchie (troppe) persone che frequentano la chiesa e si potrebbe dire tranquillamente che sono dei cristiani praticanti, pronti a rispondere a ogni iniziativa di Chiesa, che non riescono a capire che il loro atteggiamento di esclusione nei confronti dei migranti è diametralmente opposto al Vangelo.
E quando ho cercato di ragionare con loro, mi hanno ripetuto quasi alla lettera frasi che si sentono alla televisione sulla bocca di leader politici. Mi pare che sia in atto un colossale “plagio”. Effetto delle ultime elezioni politiche e anche regionali ? Certamente prima non era così. Non pensavo che nel nostro Trentino queste idee e questi atteggiamenti avrebbero attecchito anche tra i cristiani e non mi aspettavo di risentire qui da noi le espressioni esasperate dei leghisti della Lombardia. Pensavo e speravo che la nostra popolazione ne fosse rimasta immune. Invece … no.
Sono sempre stato fiero di essere trentino, rappresentante di una popolazione aperta a ogni forma di solidarietà e di collaborazione senza chiasso e senza etichette, alla maniera degli alpini … o dei missionari. Ora invece mi pare sia calata sul Trentino una pericolosa cappa di nebbia chiusa e pesante: “Prima noi e poi gli altri! Prima i nostri poveri locali e poi (avanzerà qualcosa… ?) gli altri”. I quali “non sono poi così poveri…hanno tutti il telefonino”, si dice, sono dei fannulloni e “dovrebbero star a casa loro” …”Li aiuteremo a casa loro”. Quante bugie si ripetono acriticamente! Chi dice queste idiozie ha mai provato a parlare con qualcuno dei migranti, a farsi dire che cosa li ha spinti a venire qui in Italia e come ci sono arrivati?
Ora che il Decreto sicurezza ha chiuso i porti e tagliato i viveri, mi felicito leggendo l’articolo di Vita Trentina e quello che il nostro Pastore ha detto in occasione dell’Epifania. E non posso che felicitarmi con l’Arcivescovo Lauro che si impegna ad “attrezzarci” per continuare a dare una mano ai migranti e fare quello che le autorità civili si rifiutano di fare. Potremmo dirci cristiani se non lo facessimo? Mi auguro che queste iniziative abbiano successo e aiutino a risvegliare dall’ipnosi leghista il nostro mondo trentino e quelli che per garantirsi un’impossibile sicurezza stanno invece incrementando la paura. Soprattutto mi auguro che cessi questo processo di imbarbarimento che non è nel nostro DNA, fatto di calunnie e di insulti. Per Natale ho ricevuto un biglietto d’auguri che diceva: “A Natale, fa’ come Dio: diventa uomo”. Lo auguro a me e a tutti noi.
Il 30 gennaio p.v. ritornerò in Burundi, ancora una volta, ma solo per pochi mesi… pazienza. Meglio che niente. Cordiali saluti e buon lavoro.
padre Gabriele Ferrari
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