Nel freddo pomeriggio dell’Immacolata, nelle contrade di Quartinago, hanno risuonato gli attrezzi degli antichi mestieri come quello del falegname, del vasaio o degli uomini intenti a sgranare le pannocchie, un falso storico se si pensa all’epoca a cui si fa riferimento, ma un’abilità artigiana locale, strettamente legata ad uno dei prodotti principe della Valle del Chiese: la farina gialla di Storo. E poi le ricamatrici, l’allevatore e il fabbro, arte che a Cimego vanta una tradizione secolare come ricordano le antiche fucine alimentate dall’acqua del Rio Caino, affluente del fiume Chiese e la maestosa scultura di Fabbro Alberto che accoglie quanti arrivano nel piccolo borgo. Accanto ai figuranti, gli animali – l’asino, le pecore, i conigli e le galline – vera attrazione per i tanti bimbi presenti e per alcuni turisti, incuriositi da queste presenze. Lungo il percorso non poteva certo mancare la rappresentazione della Sacra Famiglia, a cui hanno prestato il volto Efrem ed Elisabetta, due giovani del luogo, assieme al loro piccolo Ettore.
La forza del presepe vivente come quella del mercatino di Natale sta nell’atmosfera intima e raccolta del centro di Quartinago così come nella possibilità di passeggiare in tranquillità ed entrare in contatto con una proposta autentica. Sempre nella stessa giornata a pochi chilometri di distanza, nelle campagne di Bersone nel Comune di Valdaone, i ragazzi e i bambini dell’Oratorio di Pieve di Bono hanno proposto “Come San Francesco a Greccio”, guidati dai genitori, dalle catechiste e da don Vincenzo Lupoli. Ricordiamo che il presepe vivente di Cimego sarà riproposto anche nel pomeriggio di domenica 23 dicembre grazie alle associazioni e ai Vigili del Fuoco locali.
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