Se ne contano tante, malauguratamente troppe, di donne che subiscono violenza, finanche tra le mura domestiche. Gran parte delle vittime chiedono aiuto in ritardo – se accettano di muovere questo primo passo – oppure non fanno in tempo a rivolgersi alle persone giuste, perché isolate e pervase da paura. Quante si rivolgono ai Centri antiviolenza si vergognano spesso di quello che sta accadendo loro, si considerano talmente colpevoli da chiedere scusa.
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne (25 novembre) la Biblioteca Vallelaghi ha recepito lo spirito dell’iniziativa “Diritti-Doveri” promossa dal Servizio attività culturali a settant’anni (il prossimo 10 dicembre) dalla proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani. A fare il punto della situazione, Angela Segantini, infermiera e formatrice dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento ed Emanuela Skulina, sociologa e formatrice di Fondazione Famiglia Materna presso Riva del Garda, ospiti della serata “La violenza sulle donne”.
Se la violenza sul gentil sesso è oggi condannata socialmente, e rimbalza come un problema maschile prettamente di carattere culturale, duri da estirpare sono alcuni stereotipi di genere. “Ma nessuna donna vittima di violenza è lasciata sola”, il messaggio risuonato a Vezzano, forte e cristallino, a margine di tre ore di informazione e riflessione.
Senz’ombra di dubbio, non esiste vittima che non voglia vedere abbattere la sofferenza, benché non tutte siano disposte ad accettare di chiudere una relazione abusante. Azioni e interventi provinciali a favore delle donne vittime di maltrattamento o di violenza fanno capo ai Servizi sociali territoriali (attraverso la presa in carico della donna che vi può accedere tramite la propria Comunità di valle), al Pronto Soccorso, ai Consultori la cui mission risiede nell’intervento preventivo tramite interventi clinici al singolo e alla coppia, nonché educativi di gruppi adolescenziali.
“La violenza sulle donne è un reato. Per le emergenze Chiama 112”, lo slogan della campagna di comunicazione lanciata dal Dipartimento per la salute di Trento quale passo indispensabile per l’avvio di un percorso di uscita dall’ignobile calvario.
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