La serata sul tema “Religioni e violenza sulle donne” ha posto diverse sollecitazioni impegnative direttamente al mondo maschile.
Innanzitutto perché le violenze sulle donne vengono perpetrate da uomini, dentro la famiglia e fuori. Di qui la necessità e l’urgenza di instaurare nuovi rapporti che devono partire dall’educazione – quindi fin da ragazzi – al rispetto e alla cura di sé e di chi si incontra, delle persone con cui si vive. “Un’alleanza intelligente che deriva dall’intelligenza del cuore”.
Occorre poi lavorare su quelli che sono stati chiamati gli “stereotipi del maschile” – certi modi di essere, di presentarsi, tutta forza, nessuna debolezza, una cultura maschilista da rivedere e smontare proprio alle radici – perché necessariamente provocano atteggiamenti di pretesa superiorità, che includono sempre pretese di inferiorità nei confronti del mondo femminile.
Come scrive il pastore valdese Daniele Bouchard occorre “coinvolgere un numero sempre crescente di uomini in percorsi che affrontino alla radice i nodi del maschile, tra cui il rapporto con la violenza ma anche la difficoltà rispetto al corpo, il bisogno di dominio, il rapporto con le donne e altri ancora, solo così si potrà bonificare il terreno da cui nasce la violenza maschile”.
E’ urgente, indispensabile affinché il femminile interagisca col maschile su basi libere e paritarie e si smetta con le violenze quotidiane.
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