“Oggi abbiamo presentato al governo nazionale la richiesta al governo dello Stato di emergenza per il Trentino. E’ il primo atto ufficiale che firmo da presidente della Provincia autonoma di Trento”. A sottolinearlo è lo stesso neo presidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti, presentando lunedì 5 novembre alla stampa, prima di recarsi in sopralluogo a Dimaro, il conto dei danni del maltempo che ha flagellato tra la fine di ottobre e i primi di novembre anche il Trentino, oltre che il Nordest e gran parte dell’Italia (29 i morti accertati, un disperso alla data del 7 novembre). L’amarezza nelle parole di Fugatti – per un esordio segnato da calamità e da lutti: due i morti in provincia – è mitigata dalla consapevolezza che la macchina provinciale, pur nel momento del passaggio delle consegne, ha retto egregiamente.
Chiusa la fase critica dell’emergenza maltempo, su tutto il territorio provinciale continuano gli interventi per ripristinare la viabilità compromessa, riparare i danni alle infrastrutture e – non da ultimo – garantire il regolare avvio della stagione invernale (hanno subito danni anche molte strade forestali, piste da sci e impianti di risalita) e lo svolgimento delle grandi manifestazioni in calendario da tempo, come il passaggio del Giro d’Italia e la Marcialonga di Fiemme e Fassa.
La stima dei danni varia tra i 250 e i 300 milioni di euro. Un centinaio di milioni è il danno patito da foreste e agricoltura, 25 milioni dalla viabilità, 5 milioni dagli impianti sciistici e più di un centinaio di milioni da soggetti pubblici e privati. Va poi considerata la spesa per la ricostruzione del patrimonio forestale andato perduto (7000 ettari di bosco), stimata in 50 milioni di euro, e il mancato guadagno derivante da questa perdita, oltre ai danni subiti dalle reti pubbliche, che sono ancora da definire. Sono queste le cifre contenute nella lettera inviata al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, con la richiesta di dichiarazione dello Stato di emergenza. Il Consiglio dei Ministri deciderà giovedì 8, come annunciato da Conte durante il Question Time alla Camera dei Deputati, mercoledì 7 novembre, come sostenere i territori maggiormente colpiti dal maltempo: lo Stato di emergenza è la condizione necessaria per poter accedere ai fondi statali eventualmente stanziati per la ricostruzione.
Nella stima del conto dei danni ci sono 100 milioni di euro per le conseguenze del vento eccezionale sul patrimonio boschivo (2 milioni di metri cubi di alberi schiantati; Fiemme e Fassa, Primiero, Pinetano, altopiano Vezzena-Grigno le zone più colpite) e sull’agricoltura, 25 milioni per il ripristino delle infrastrutture e della viabilità (in Val Cadino i danni maggiori: si realizzerà una viabilità provvisoria per la rimozione del legname, ma si conta di poter consentire il passaggio della tappa dell’atteso Giro d’Italia), 5 milioni per piste da sci e impianti per la neve, oltre 100 milioni per i danni economici subiti sia da enti pubblici sia dai privati (si fa riferimento a case, imprese e attività economiche), di cui 20 concentrati solo a Dimaro. “Per i rimborsi sarà applicato il metodo già utilizzato a Moena”, ha anticipato il presidente Fugatti: saranno i privati a far realizzare le perizie dei danni per presentarle al loro Comune. Per ora la Provincia ha deciso di sospendere la corresponsione del saldo Imis di dicembre nei Comuni maggiormente colpiti (decideranno le giunte comunali interessate.
Nel frattempo è tornata in gran parte alla normalità la situazione delle strade. Fin dal primo novembre sono state riaperte le statali della Fricca, dello Schener (verso il bellunese), e del Rolle verso il Primiero. Il 5 mattina ha riaperto la tratta Mezzolombardo – Malè della Ferrovia Trento – Malè – Mezzana; il 6 sono state riaperte la provinciale Levico Vetriolo e la circonvallazione di Predazzo e il 7, a fasce orarie, la statale 239 da Folgarida a Madonna di Campiglio.
A sostegno delle popolazioni delle regioni colpite – Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Trentino, escluso in un primo momento – dal 4 novembre è attivo il numero 45500 per donare 2 euro inviando un sms solidale o effettuando una chiamata da rete fissa. I fondi così raccolti saranno impiegati per la realizzazione di progetti a favore dei territori coinvolti, su proposta delle regioni. E il presidente Fugatti ha lanciato l’idea, ancora tutta da definire, di una raccolta fondi “trentina” per la ricostruzione del patrimonio boschivo.
Nei prossimi giorni Fugatti convocherà le categorie economiche e sociali per concordare le misure necessarie per favorire la ripresa produttiva.
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