Il nubifragio che ha colpito l’Italia la settimana scorsa ha provocato gravissimi danni anche in Trentino, dove piangiamo anche la morte di mamma Michela e papà Denis. Ha causato allagamenti, danneggiato infrastrutture e abitazioni e distrutto migliaia di ettari di bosco. È il grido della Terra che Papa Francesco ci chiede di ascoltare: è anche qui da noi, non avviene solo nel resto d’Italia e nei continenti lontani.
I nubifragi sono un evento naturale, ricorrente. Eppure gli studiosi segnalano che il cambiamento climatico produce un aumento dei fenomeni estremi e una maggior irregolarità del clima: c’è maggior energia nel sistema climatico e questo produce eventi più violenti e improvvisi.
Il famoso meteorologo Luca Mercalli segnalava nei giorni scorsi in un articolo su La Stampa che il Mediterraneo in ottobre era ben 2 gradi più caldo rispetto alla media e che questo può essere stato un elemento acceleratore nel recente disastro ambientale. Con tutte le cautele dobbiamo prendere atto di quello che i climatologi più accreditati vanno ripetendo da alcuni anni: il cambiamento climatico non è un’ipotesi, ma è già in corso. Le sue conseguenze sono imprecise, ma possono essere catastrofiche: cambiamenti che nella storia della Terra sono avvenuti in migliaia di anni stanno avvenendo in pochi decenni. L’evoluzione naturale non è in grado di adattarsi.
Dobbiamo allora imporci un sano discernimento. In questa situazione è necessario applicare il principio di precauzione e agire rapidamente per contenere il cambiamento entro limiti tollerabili per gli ecosistemi naturali (e artificiali) e scongiurare sconvolgimenti più gravi.
L’uomo ha accumulato una enorme capacità di modificare gli equilibri naturali: è ora di prenderne atto e di agire responsabilmente, verso gli ecosistemi, le altre specie e verso l’umanità, in particolare quella più esposta alle conseguenze, perché dispone di meno risorse. È il pressante appello della Laudato si’, rivolto a tutti gli uomini, perché tutti sono coinvolti, e in modo speciale ai cristiani, perché credono che la Terra non è nostra e che dobbiamo rispettarla, perché tutti possano goderne, ora e in futuro. È possibile! Abbiamo risorse, tecniche e di conoscenza, enormi: è necessaria un’alleanza di tutti coloro che vogliono cambiare un sistema basato sull’energia fossile a basso costo, assumendo la responsabilità per la Terra, riducendo drasticamente le emissioni di anidride carbonica e il consumo delle risorse. Mettendo al centro relazioni e qualità della vita per tutti invece che la crescita dei consumi. Già molti sviluppi vanno in questa direzione (miglioramento dell’efficienza, riciclaggio dei materiali, riduzione del possesso degli strumenti a favore dell’utilizzo-quando-serve), ma per una risposta all’altezza della sfida questi processi devono essere drammaticamente accelerati e i cambiamenti ingigantiti.
L’analisi interroga i nostri stili di vita. E noi in Trentino, cosa possiamo fare realmente? Siamo una piccola comunità (il quartiere di una grande città…), per di più in condizioni di svantaggio territoriale, e questi sono fenomeni mondiali. Siamo un’area con standard europei, dobbiamo essere all’altezza delle responsabilità e proprio perché abitiamo un territorio fragile possiamo sperimentare un modello di vita compatibile: abbandonare la via dell’”avanti come si è fatto finora”, coinvolgere la gente in un progetto ambizioso e replicabile: abitare, comunicare, spostarsi, accogliere i visitatori in modo sostenibile, riducendo drasticamente i consumi. Disponiamo di risorse importanti: università, centri di formazione, forte tradizione civica e cooperativa, un buon livello dei servizi. Serve una visione forte e l’ambizione di raggiungerla.
Francesco Dellagiacoma
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