Dieci affermazioni per i nostri ciclisti in questa stagione. Trentin e Moscon ancora sugli scudi
Il trionfo di Matteo Trentin al Campionato Europeo di Glasgow (ad agosto) e quelli di Gianni Moscon, (colti in ottobre) al Campionato Italiano a cronometro e al Tour di Guangxi (in Cina) sono state le perle ottenute nell’annata appena spentasi dai ciclisti trentini professionisti.
Insieme, hanno comunque raggranellato nove affermazioni mentre la decima l’ha colta Moreno Moser all’inizio di stagione, vincendo (a febbraio) il Trofeo Laigueglia; la settimana prima aveva colto un 2° posto alla tappa a cronometro delle Vuelta Valenciana: sembrava un Moser rinato dopo due stagioni senza successi, ma invece si è fermato lì. Per il resto della stagione non si è visto se non alla cronometro europea, chiamato in azzurro, a sorpresa, dal tecnico Davide Cassani, dove però si è piazzato solo 24°.
Per “anzianità” ripercorriamo la stagione partendo da Matteo Trentin, leader della sua nuova squadra australiana, la Mitchelton Scott, che dopo un inizio promettente, 4° alla Vuelta Costa Calda e 7° al Gand Wevelgem, si è infortunato, rientrando solo ad agosto al Giro di Polonia, dove ha ottenuto due piazzamenti nei primi cinque in altrettante tappe. Poi si è laureato campione europeo battendo in volata Val der Poel, Van Aert, Herrera e Cimolai. È giunto 5° nel Gp di Amburgo; alla Vuelta di Spagna ha fatto più che altro da gregario al vincitore Simon Yates suo compagno di squadra; 5° si è classificato al Campionato del Mondo cronometro a squadre. Ha concluso la stagione vincendo la Hammer Hong Kong e una tappa (a Gallin) del Tour di Guangxi, in Cina.
Gianni Moscon, ormai una certezza azzurra, era atteso e non ha deluso. Ha fatto una grande stagione. Oltre alle già citate affermazioni in apertura, ha vinto altre quattro volte: la cronosquadre del Giro del Delfinato, la Coppa Agostoni, il Giro di Toscana e una tappa (quella decisiva) del Tour di Guangxi. Con le vittorie di Moscon e Trentin proprio in questa ultima corsa World Tour, l’Italia si è piazzata al terzo posto scavalcando la Spagna, posizionandosi alle spalle di Belgio e Francia.
Una parentesi oscura per Moscon è quella del Tour de France, espulso dalla corsa alla quindicesima tappa, per un’azione che non ha compiuto nei confronti di un avversario (la tv è stata buon testimone) ma che la giuria ha interpretato a suo modo. Non solo ma è stato squalificato per un oltre mese, dove si è allenato con la consueta caparbietà che lo distingue andando a cogliere, al suo rientro, uno dietro l’altro 5 importanti successi e fra questi, il 4° posto al campionato del Mondo a squadre e il 5° al Mondiale in linea, sfilatosi solo sull’ultimo tratto della terribile salita mentre era con i battistrada ed avrebbe potuto giocarsi l’iride in volata.
Un altro trentino che non ha vinto ma che, da esordiente, ha fatto vedere di che pasta è fatto soprattutto in salita è il ventunenne Nicola Conci della Trek Segafredo, classificatosi sei volte nei “dieci” nel corso della stagione con buoni piazzamenti nel Tour of the Alpes, Giro di Romandia, Giro di California, Tour of Utah, ha corso 15 tappe del Giro di Spagna ed ha concluso 37° al Giro di Lombardia.
Daniel Oss ha servito il capitano Peter Sagan nella nuova squadra tedesca Bora Hansgrohe, per lui il miglior risultato è il 5° posto al Campionato italiano in linea. Nella stessa squadra ha militato Cesare Benedetti che ha colto alcuni piazzamenti nei “dieci” e soprattutto il 3° posto nella classifica finale del Giro di Slovacchia. Ci si attendeva di più da Iuri Filosi schierato nel team francese della Delko Marseille Provence KTM, ma si è limitato ad un decimo posto nel Circuito di Getko (Spagna) e un quinto l’ha registrato, in chiusura di stagione in una tappa del Tour of Taihu Lake (Cina).
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