Farsi un nome: è l’aspirazione di tanti, vuol dire avere successo, diventare famosi, essere qualcuno. Gesù si muove su un’altra lunghezza d’onda. Il nome che Gesù ha sempre nel cuore e sulla bocca è quello del Padre. Ma che cos’è il “nome” di Dio? Viene in mente la misteriosa rivelazione che Dio stesso fa di sé a Mosè presso il roveto ardente. Ma ora in mezzo a noi c’è il Figlio, che proviene dal Padre, l’unico che lo conosce, l’unico che ce ne può mostrare il volto. Tutta l’esistenza di Gesù si è consumata in questa rivelazione, che è insieme comunicazione di vita divina.
“Sia santificato il tuo nome”: Gesù ci fa condividere il suo sogno fin dalla prima invocazione del “Padre nostro”. Ma, come scrive Papa Benedetto nel suo bel libro su Gesù di Nazaret: “Del nome di Dio si può abusare e così macchiare Dio stesso. Possiamo impadronirci del nome di Dio per i nostri scopi e deturpare così l’immagine di Dio. Quanto più egli si consegna nelle nostre mani, tanto più noi possiamo oscurare la sua luce; quanto più Egli è vicino, tanto più il nostro abuso può renderlo irriconoscibile”. E allora la domanda del Padre nostro ci fa anzitutto implorare “affinché Egli stesso si prenda cura della santificazione del suo nome, protegga il meraviglioso mistero della sua accessibilità da parte nostra e, sempre di nuovo, esca nella sua vera identità dalla deformazione causata da noi”. Al tempo stesso però “costituisce sempre per noi anche un grande esame di coscienza: come tratto io il santo nome di Dio?… Mi preoccupo che la santa coabitazione di Dio con noi non trascini lui nel sudiciume, ma elevi noi alla sua purezza e santità?” (p 175).
L’ora di adorazione mensile di giovedì 8 novembre – chiesa di Santa Chiara, a Trento in via S. Croce, ore 16 – sarà dedicata a questa prima invocazione del “Padre nostro”, con lo scopo di pregarla e di viverla con più umile e intensa consapevolezza.
Lascia una recensione