È uscito all’inizio di ottobre per le Edizioni Dehoniane il terzo volume di Echi teologici, la collana nata come espressione degli Istituti Teologici di Trento.
Il volume (Pensiero e parole. Teologia in dialogo) è «eco» di una riflessione fatta a più voci dai teologi trentini sul rapporto tra teologia, scienze religiose e nuove esigenze di formazione nella società della comunicazione e del pluralismo culturale, nella convinzione che in questo momento storico particolare che vede l’avvio di nuove realtà teologiche in Diocesi sia ancora più necessario mettere a tema il cosa ma anche il come siamo in grado di comunicare l’esperienza e la riflessione su Dio, perché esse possano diventare uno strumento di dialogo importante sul piano culturale e sociale. Nella prima parte vengono ospitati quattro contributi orientativi di fondo. Il massiccio intervento di apertura di Giovanni Ferretti è frutto di una giornata di formazione permanente per i docenti degli Istituti teologici trentini proprio sul tema del linguaggio della teologia, per una comunicazione efficace nel mondo d’oggi. Seguono l’intervento di taglio storico/teologico di Milena Mariani a riguardo di teologia e postmodernità; l’approfondimento di Piergiorgio Franceschini sulle caratteristiche ed esigenze della comunicazione (anche religiosa) nel mondo digitale e infine lo studio di padre Matteo Giuliani che, a partire dal mondo dell’Insegnamento di Religione Cattolica, si interroga sulle sfide legate all’educazione nel pluralismo culturale e religioso.
Una seconda sezione del libro si occupa invece di approfondimenti legati all’ambito di singole discipline, proponendo temi e argomenti che possono costituire elementi di interesse nel dialogo tra la teologia e il mondo di oggi, con particolare attenzione alla sua comunicazione. Romolo Rossini approfondisce l’idea di «traduzione» di Paul Ricoeur come modello di «ospitalità» linguistica (e non solo); Giuseppe Mihelcic indaga il campo della teologia delle religioni in rapporto alle scienze delle religioni, mentre Leonardo Paris riflette sul rapporto della teologia con la tecnologia e l’economia. Giulio Viviani guarda ad alcune sfide comunicative che la liturgia si trova ad affrontare e il professor Giampaolo Tomasi focalizza l’attenzione sulla sensibilità di Paolo VI per il mondo contemporaneo. Chiude il testo un contributo di Chiara Curzel, che pone a tema la presenza del Nuovo Testamento nell’attuale rinnovato interesse per la lingua greca antica.
La presenza di così tanti docenti, appartenenti per la maggior parte alle nuove realtà teologiche diocesane, è un altro segno importante dello stile con cui le istituzioni formative della Diocesi di Trento desiderano rendersi presenti. Ci sembra che oggi la vera profezia, la vera credibilità, la vera forza vengano da un «corpo» che sa valorizzare ogni suo membro e guardare assieme verso un unico obiettivo, che è quello di contribuire perché ciascuno possa incontrare Gesù Cristo e il suo messaggio per affrontare in prospettiva evangelica la realtà e le sue numerose sfide. I nuovi Istituti Teologici sono chiamati a non far mancare nel dibattito culturale odierno quel pensiero cristiano che è stato per secoli anima e lievito della società e ha ancora una missione da compiere, nel rispetto, nella collaborazione, nel dialogo con chi desidera costruire futuro.
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