L’annosa questione del collegamento viabilistico tra il Trentino e il Veneto attraverso la cosiddetta autostrada Valdastico Nord (i più anziani la conoscono come “Pirubi”, dalle iniziali dei politici democristiani che la sponsorizzarono: Piccoli, Rumor, Bisaglia) torna prepotentemente ad accendere il dibattito in vista delle elezioni provinciali del 21 ottobre prossimo. La realizzazione “in tempi rapidi” di una nuova via di comunicazione con il Veneto è tra le richieste del Coordinamento Provinciale Imprenditori, che auspica “un progetto che minimizzi il consumo del suolo”.
Sulla questione si pronuncia un cartello di associazioni di varia natura ed estrazione – più di venti: WWF, Legambiente, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Amici della Terra, Enpa, Lipu, Cipra le più rappresentative, più altre radicate nei territori -, accomunate dalla contrarietà alla realizzazione di un’arteria giudicata anacronistica. Lo ribadiranno sabato 6 ottobre alle 14 sulla sponda sud del lago di Caldonazzo, presso il ristorante “Al Pescatore”, lo hanno detto lo scorso 28 settembre a Besenello nel corso di una serata informativa, lo ripeteranno in altri incontri sul territorio (mercoledì 10 ottobre alle 20.30 a Mattarello in via Poli, 6). Accanto alle associazioni ci sono anche sette Comuni: Besenello, Altopiano della Vigolana, Nomi, Villa Lagarina, Caldonazzo, Volano e Calliano.
L’autostrada A31, sostengono i promotori della manifestazione del 6 ottobre, nasce “da una concezione dei trasporti obsoleta frutto di null’altro se non di una politica di rapina del territorio e delle risorse”. Le alternative, ribadiscono, esistono e sono praticabili, anche subito, e nessuna di queste “prevede la costruzione di un’opera dannosa e inutile”. L’invito alle forze politiche, e nello specifico ai candidati al Consiglio provinciale trentino, ai quali si rivolgono con precise domande, è ad “abbandonare definitivamente il progetto di costruzione del tratto autostradale per guardare invece a alternative di mobilità più sostenibile, allo sviluppo delle vocazioni dei territori e alla tutela della salute”.
Chi sostiene l’A31 sottolinea la crescita economica che sarebbe indotta dalla nuova autostrada. Al contrario, dicono le associazioni, la nuova infrastruttura “rafforzerebbe un modello di sviluppo insostenibile, altro consumo di suolo in territori altrimenti ricchi e variegati, danni ambientali insostenibili”: i nuovi flussi di traffico, si sottolinea, produrranno inquinamento atmosferico ed acustico, né sono da sottovalutare i problemi costruttivi da affrontare (“viadotti e gallerie costruiti in zone geologicamente instabili”). Chi dice “no” all’opera offre però alternative: il potenziamento delle linee ferroviarie esistenti (elettrificazione della Valsugana e più treni sulla Verona-Brennero), politiche tariffarie diverse, miglioramento della logistica per i Tir.
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