Al di là dei singoli episodi, dietro i numerosi incidenti in tangenziale c’è sempre un unico colpevole: l’eccesso di velocità. A testimoniarlo è il commissario capo della polizia locale di Trento, Pierangelo Vescovi, al lavoro sulle strade trentine dal 1993.
Quali sono i punti più pericolosi della tangenziale?
“Dopo aver risolto il problema dell'invasione di corsia costruendo gli spartitraffico, il vero pericolo sta nella velocità soprattutto nelle gallerie di Piedicastello e di Martignano. Lì il limite è dei 70 chilometri all’ora ma non viene rispettato. Stessa cosa per il viadotto di Ravina dove, pur essendoci una discreta viabilità, alcune persone pensano ci sia una doppia corsia e sorpassano. Un’altra casistica importante è quella di chi proviene da sud in prossimità dello svincolo, non riesce a frenare e sbatte contro la cuspide. Il punto è che la tangenziale è una strada a scorrimento urbano, non deve essere scambiata per un'autostrada”.
Crede che le caratteristiche strutturali abbiano un qualche peso negli incidenti?
“Questo non sta a me stabilirlo. Forse qualche svincolo di dimensioni ridotte può creare dei rallentamenti, così come le corsie di immissione brevi possono creare qualche difficoltà in determinate ore ma, ripeto, il vero problema è la velocità. Il rispetto dei limiti – 70 o 90 chilometri all’ora a seconda dei tratti – è il modo migliore per garantire la sicurezza e diminuire gli effetti degli incidenti. Dobbiamo pensare che dietro a ogni cartello c’è sempre un ragionamento”.
La presenza di autovelox fissi può fare da deterrente all'alta velocità?
“Sarò impopolare, ma i velox sono un mezzo per garantire la sicurezza, non per fare cassa. Attualmente noi riusciamo ad uscire con la pattuglia al massimo 5-6 volte al mese. A questo aggiungiamo il controllo dinamico: quando si vede la nostra auto, istintivamente si rispettano i limiti. L’anno scorso abbiamo emesso 2.500 sanzioni per eccesso di velocità, 1.800 delle quali in tangenziale. Se si potessero avere apparecchi fissi la situazione migliorerebbe perché la loro presenza costringe l’automobilista a rallentare”.
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