I piccoli frutti, simbolo di un’intera comunità

Piccoli, ma preziosi e gustosi, frutti: simbolo di un’intera comunità. Fragole, fragoline, more, lamponi e mirtilli, ribes e ciliegie tardive sono le produzione più tipiche ed originali del territorio della Valsugana, Pinetano e Valle dei Mòcheni, conquistando anche nuovi territori (il Civezzanese ed il Primiero) e tanti produttori impegnati anche in un’attività part-time e hobbistica.

Erano i primi anni ’70 quando alcuni giovani produttori ebbero una geniale intuizione: valorizzare la propria terra, poco incline alle coltivazioni tradizionali (vite e melo) con nuove tipologie frutticole, creando nuove occasioni di lavoro, frenando l’esodo della gente di montagna e valorizzando campi altrimenti abbandonati e invasi dal bosco.

Dalle prime esperienze di alcuni “pionieri” nasceva così la storia e l’esperienza della Cooperativa Sant’Orsola, esempio di sviluppo territoriale e armonioso equilibro fra uomo e natura, ed oggi realtà di riferimento a livello europeo per i produttori (oltre mille soci in tutta Italia) edi consumatori che cercano gusto e qualità.

Oggi i “piccoli frutti” della Valsugana sono il risultato di una accurata selezione delle varietà più gustose e preziose dal punto di vista organolettico e nutrizionale. Le fragole sono frutti preziosi per la salute e la bellezza dell’organismo, i mirtilli sono ricchi di polifenoli, antiossidanti, che proteggono le cellule del cuore tenendo bassa la pressione ed affrontando l’intolleranza al glucosio. L’infuso di lamponi è efficace per gli sciacqui della gola e per guarire i reumatismi, il collirio di more è efficace contro congiuntiviti e arrossamenti oculari.

Piccoli frutti che sono stati occasione di riscatto e nuovo lavoro anche per oltre 30 coltivatori della Locride oggi soci della Coop. Sant’Orsola. Era il 1994 quando monsignor Bregantini, vescovo trentino attivo nella Locride negli anni ’80, capì che il rilancio economico e sociale dell’area montuosa in provincia di Reggio Calabria poteva passare anche dalla coltivazione dei piccoli frutti, sfruttano piccole superfici, localizzate in luoghi impervi e difficili da lavorare, spesso strappate alle mire della criminalità locale.

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