Un vero e proprio “catalizzatore” di esperienze e un programma con 150 eventi. Il direttore artistico, Michele Farina: “Abbiamo cose belle da dire oltre la malattia”
“Una cascata di cose belle”. Così è stato definito dai suoi promotori l’Alzheimer Fest, una rassegna di 150 eventi che, giunta alla sua seconda edizione, si svolgerà quest’anno da venerdì 14 a domenica 16 settembre a Levico Terme.
L’avventura è iniziata grazie ad un viaggio attraverso l’Italia che ha permesso al giornalista del Corriere della Sera Michele Farina, membro dell’associazione Alzheimer Fest che ha sede a Milano ed è promotrice dell’evento, di entrare a contatto con tante realtà che quotidianamente si occupano di persone che tentano di vivere una vita “normale” nonostante la malattia.
L’Alzheimer Fest nasce come un’occasione per far incontrare associazioni e gruppi una volta all’anno; si tratta di un vero e proprio “catalizzatore” di esperienze. “È una comunità che non vuole essere chiusa; al contrario, si propone di aprirsi all’esterno, comunicando che le persone con demenza sono, appunto, persone”, spiega il direttore artistico del Fest, Michele Farina.
Lo slogan di quest’anno è infatti “La malatia no la tol de mez la vita”. Si vuole insistere sul fatto che la malattia non è la persona. “L’Alzheimer Fest non vuole essere un convegno che ha come oggetto di racconto i malati”, sottolinea Farina. “I malati sono, anzi, soggetti di vita”.
Tanti medici (i cosiddetti “medici senza camici”) sposano quest’idea. Anche loro saranno presenti al Fest: il partner scientifico dell’evento è infatti AIP (Associazione Italiana Psicogeriatria). A loro spetta il compito di dare un’informazione corretta sulla ricerca che si sta svolgendo sull’Alzheimer e su quello che, invece, si può attualmente fare in termini di cura.
Un evento come questo è utile per uscire dalla solitudine, con la chiusura, la vergogna e l’angoscia che essa comporta. Solo mettendosi assieme si può abbattere l’isolamento, considerato dalla medicina come un fattore di rischio per tante patologie. Tra i malati di Alzheimer è infatti molto forte il desiderio di restare nella comunità.
Lo slogan della prima edizione, che si è svolta lo scorso anno a Gavirate, sul lago di Varese, è stato “Chi non c’è, c’è”. Nel Fest si trattano infatti tematiche che solitamente non sono molto discusse, e lo si fa in un ambiente non di sole persone con demenza. “Non è una festa per persone malate, una festa ghetto”, tiene a sottolineare Farina. “Abbiamo cose belle da dire oltre la malattia.” Per questo ci saranno anche poeti, artisti e musicisti che abitualmente non si occupano di tematiche legate all’Alzheimer, ma che hanno voluto dare il loro contributo al Fest.
Per l’edizione del 2018, che ha come media partner Il Corriere della Sera, inoltre, il fotografo Ferdinando Scianna ha realizzato dei ritratti di persone malate, mentre l’artista iraniana Shirin Neshat ha donato un’immagine che sarà il manifesto dell’evento.
Per facilitare gli spostamenti nei luoghi dove si svolgeranno gli eventi, è organizzato un servizio di bus navetta. Sarà inoltre presente un centro “nursery” con medico ed operatori ai quali è possibile rivolgersi per qualunque difficoltà.
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