A dare la notizia, già accolta con entusiasmo dalla gente della valle, sono i volontari di “Il Tucul”, associazione nata nel 1994 e impegnata nella realizzazione di progetti di sviluppo di tipo igienico-sanitario e formativo a favore della popolazione di quello stato africano.
Le sorelle offriranno un aiuto prezioso alla comunità di Vallarsa e dintorni in termini di servizio, visita agli ammalati, catechesi, distribuzione del la comunione e altri servizi religiosi.
“Con il calo delle vocazioni il nostro parroco don Francesco Scarin deve far fronte alle molteplici, troppe, esigenze, non solo perché la valle conta numerose frazioni, ma sopratutto perché la gente diventa sempre più anziana e sola”, spiegano dall’associazione “Il Tucul”. “La presenza delle tre suore quindi sarà un presidio importante e prezioso per la gente garantendo un servizio continuo al la valle e alle parrocchie”.
L’impegno e la lungimiranza di un gruppo di amici e soci del gruppo, in primo luogo del presidente Paolo Stoffella, che si sono costituiti in associazione, è riuscito a portare a termine il percorso e così è nata l’associazione con il nome “Suore cappuccine in Vallarsa” costituitasi presso il notaio per garantire il sostentamento delle religiose. Il gruppo si è già presentato alla valle per ottenere la generosa condivisione negli sforzi perché nulla alle suore, venute con niente ma ricche di amore, possa mai mancare.
“Un aiuto significativo a disposizione della nostra comunità e che coadiuverà il nostro parroco nell’attività pastorale”, ribadiscono. “L’associazione lo ringrazia per essersi speso per il buon esito dell’esperienza anche presso il nostro arcivescovo Lauro Tisi che, salutando la madre provinciale delle suore cappuccine di M. Rubatto, nei giorni scorsi, ha apprezzato gli sforzi della gente di Vallarsa lodando altresì la generosa disponibilità delle suore”.
L’arcivescovo, sottolineano ancora dal direttivo di “Il Tucul”, ha promesso che sarà presente il giorno del loro arrivo, previsto tra fine ottobre e l’inizio di novembre. “L’amicizia e la solidarietà verso il popolo eritreo, così martoriato, rafforzeranno ulteriormente il legame e ci faranno sentire più vicini a quella terra ancora in un momento difficile anche se appaiono – speriamo veramente – prospettive di pace e di apertura”.
Lascia una recensione