Giovani pellegrini a Sanzeno per la veglia di preghiera con l'arcivescovo mons. Tisi: “La fede non è un tweet e nemmeno un hashtag. La vostra fede è qui!”
“Siamo in un luogo bello e profondo per la nostra Diocesi, dove tre adulti hanno camminato per raccontare Dio. Ogni cammino ha una meta, noi siamo qui, questa sera, per lasciarci incontrare da Dio, che ci ha messi in viaggio, per poi ripartire. Nel vostro percorso avete incontrato persone, volti e storie, trovato un po’ di luce da loro e lasciato un po’ della vostra. Siamo qua per riconfermare la nostra fede e ripartire nei nostri cammini”. Con queste parole, don Rolando Covi, delegato vescovile per la pastorale giovanile e lo sport, ha accolto giovedì 9 agosto a Sanzeno i giovani della diocesi.
Provenienti da un’esperienza di cammino condiviso a piedi lungo le classiche vie di pellegrinaggio e da campi di lavoro all’estero, e da tutte le valli del Trentino oltre che dalla città di Trento, i giovani hanno gremito la Basilica dei Santi Martiri, partecipando alla veglia di preghiera guidata dal vescovo monsignor Lauro Tisi. Un gruppo di loro, il giorno seguente, partiva per Roma per incontrare il Papa.
La veglia è stata animata e arricchita dalle testimonianze che i giovani stessi hanno voluto portare e condividere. “Abbiamo capito che il cammino non è solo qualcosa di fisico, l’andare a piedi, ma è soprattutto un percorso interiore, un incontro con se stessi e con Dio”, ha detto una di loro. “Abbiamo cercato di far incontrare il nostro cammino con il Vangelo praticando anche momenti di silenzio e di meditazione. Il tragitto si poteva fare in mezzora di automobile, ma non ci avrebbe dato tanto e nemmeno la possibilità di fare nuove amicizie, approfondire quelle vecchie e conoscere meglio l’ambiente”.
Una ragazza del gruppo Val di Non e Sole ha aggiunto: “Abbiamo vinto la paura di mettersi in gioco e sperimentato il sentiero della vita, abbiamo ascoltato e meditato le letture del Vangelo, ci siamo fatti guidare da Gesù di Nazareth e abbiamo scoperto di non essere soli; speriamo di riuscire a portare Gesù con noi per tutta la vita”.
Partiti in gruppo da “perfetti sconosciuti” il percorso è stata preziosa occasione per scambiarsi esperienze e opinioni, per “diventare famiglia”. “Abbiamo fatto un cammino individuale, ma anche di gruppo e ci siamo aiutati a vicenda”, il commento di una ragazza.
Nella sua omelia, il vescovo ha offerto numerosi spunti per pensare e valutare gli avvenimenti odierni: “Qui ci sono le origini della nostra Chiesa; qui abbiamo i resti concreti e i documenti. La vostra fede è qui. La fede non è un tweet e nemmeno un hashtag, né un post su Facebook; è fondata sulla storia, su volti concreti, su gente molto concreta”, ha spiegato mons. Tisi. “Siamo in un luogo che ricorda tre volti concreti”, ha proseguito. “Quante volte i nostri sogni, partiti con grande carica, sono finiti male, i nostri progetti sono andati a rotoli; però in tutte queste esperienze siamo stati amati da Gesù di Nazareth. Le cose non hanno mai amato nessuno; non c’è festa se non c’è nessuno che ti ama, non c’è gioia se non si ama e non si è amati. La bella notizia è che la Chiesa può diventare di nuovo protagonista della vita degli uomini”.
Il vescovo ha infine ricordato il fatto che a Cavalese ha battezzato alcuni immigrati e ha chiesto loro perché avessero abbracciato la nostra religione: “Perché qui ci hanno voluto veramente bene, quando siamo arrivati il parroco ci ha perfino aiutati a portare le valigie”, la loro risposta.
Al termine dell’omelia i giovani hanno avuto la possibilità di confessarsi. Padre Giorgio Silvestri, il priore di san Romedio, ha illustrato la storia dei Santi Martiri di Sanzeno, usando un linguaggio giovanile e spigliato. “Siamo stati contenti per la grande partecipazione; abbiamo visto giovani preparati, con una grande voglia di far un buon cammino spirituale”.
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