Fondo, luglio 2018 – Ripetendo l’esperienza dello scorso anno che aveva dato un ottimo risultato nella condivisione e nello scambio reciproco, alcuni detenuti della Casa Circondariale di Spini di Gardolo hanno percorso il Cammino Jacopeo d’Anaunia breve, usufruendo di quattro giorni di libertà. Erano accompagnati dal cappellano don Mauro Angeli (lo scorso anno c’era padre Stefano Zuin) e dal presidente dell’Associazione anaune “Amici del Cammino di Santiago”, Remo Bonadiman; insieme a loro tre studenti universitari che da tempo come volontari partecipano a progetti di animazione all’interno del carcere.
“Nonostante il grande impegno richiesto, abbiamo voluto ripetere quest’iniziativa sul nostro percorso jacopeo – spiega Remo Bonadiman – chiamandola ‘Cammino della misericordia’. In un primo tempo sembrava che potessero partecipare sei detenuti, ma poi, a causa di problemi legati al percorso di riabilitazione, i magistrati hanno ritirato il permesso a tre di loro”.
Il Cammino è iniziato a Sanzeno, dove padre Giorgio Silvestri ha illustrato le bellezze artistiche della basilica e il percorso di fede compiuto dai tre Santi Martiri. La prima tappa si è svolta da Sanzeno, passando per Salter e Romeno, a Fondo, dove si è conclusa con la visita del Museo dell’Acqua. “Approfitto per ringraziare don Carlo Crepaz che ci ha permesso di utilizzare l’oratorio di Romeno come punto logistico per tutti i quattro giorni – continua Remo Bonadiman – e i soci che hanno collaborato all’iniziativa“.
Il secondo giorno è iniziato con la visita al Canyon Rio Sass ed è proseguito verso la Madonna di Senale. Il terzo giorno, con partenza dalla Madonna di Senale, attraverso la montagna, sono arrivati a Rumo dove Pio Fanti ha curato per loro la visita guidata, raccontando la storia e spiegando l’iconografia della chiesa di sant’Udalrico, recentemente restaurata, con gli affreschi che sono tornati all’antico splendore. Hanno visitato il laboratorio dei fratelli Carrara, costruttori e restauratori di organi e clavicembali, che hanno messo a nuovo diversi organi delle chiese in Val di Non di grande valore storico.
A conclusione della giornata don Mauro ha celebrato la Messa nella chiesa di Marcena di Rumo, alla presenza di diverse persone della zona. Il quarto giorno, da Rumo, con sosta per il pranzo all’Eremo di San Biagio ospitati dalla famiglia Facinelli, hanno proseguito fino a San Romedio, dove padre Giorgio Silvestri ha curato la vista guidata del santuario.
In una saletta appartata tutti hanno espresso le loro riflessioni su questo cammino. I quattro giorni di libertà totale sono stati molto apprezzati dai detenuti che uscivano per la prima volta dopo tre anni di reclusione totale. Spiega soddisfatto don Mauro Angeli: “È sicuramente un’iniziativa da ripetere se la struttura carceraria lo permetterà; è una linea guida su cui investire. È servita ai detenuti per riprendere contatti con la natura e rimettersi in armonia con l’ambiente: hanno gioito nel sentire il profumo di un bosco, della possibilità di rivedere gli scaffali di un supermercato. La condivisione della loro esperienza è stata utile per noi e per loro”. Ben riuscita la serata di mercoledì scorso nel teatro di Romeno dove i camminatori si sono incontrati con la popolazione locale, che li ha ascoltati in attento silenzio. Don Mauro aggiunge che l’itinerario li ha portati a “ripercorrere il salmo 35 che recita: “La tua giustizia è come le più alte montagne, il tuo giudizio come l’abisso profondo…”. Abbiamo fatto un percorso, siamo scesi negli abissi del canyon, che può rappresentare l’abisso interiore, per poi risalire sulle montagne più alte della Valle”.
La guida Remo Bonadiman, presidente soddisfatto di quest’opportunità apprezzata, conclude: ”Durante queste tappe abbiamo visto tre volti sereni, disponibili al dialogo e alla condivisione, rapporti che si sono sciolti e diventati amichevoli. Resta per noi un’esperienza che va preparata con cura ma che possiamo ripetere, se ci viene data la possibilità”.
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