La Caritas fornisce aiuti di emergenza in tempi di crisi e finanzia progetti di sviluppo sostenibili
Bolzano – Torna in Alto Adige la campagna della Caritas diocesana “La fame non fa ferie”. Quest’anno a risvegliare le coscienze dal torpore e gli spiriti dalla distrazione suoneranno le campane in ogni parrocchia. I rintocchi saranno quelli del venerdì pomeriggio (13 luglio), dedicati in questo caso – nella memoria della morte di Cristo – a tutti coloro che muoiono per le conseguenze della fame.
All’apertura della campagna, martedì mattina in piazza Duomo a Bolzano, uno smartmob ha attirato l’attenzione dei passanti portandoli a riflettere sul fatto che ancora oggi la fame fa morire una persona ogni 3,5 secondi. La situazione è particolarmente grave nell’Africa subsahariana. Negli ultimi anni un periodo di siccità ha colpito e messo a dura prova la popolazione locale. Ora ha iniziato finalmente a piovere. Il vicario generale don Eugen Runggaldier, presente alla conferenza stampa, dice: “Il suono delle campane nell’ora della morte di Gesù ci ricorda la caducità della vita e, contemporaneamente, i venti milioni di persone che rischiano di morire a causa della fame. I rintocchi ci ricordano però anche che c’è qualcosa che possiamo fare: impegnarci insieme per i nostri fratelli in Africa e ricordarli nelle nostre preghiere”.
La Caritas diocesana accoglie le persone che fuggono dalla miseria e collabora con le Chiese dei paesi di origine. “A casa loro” – per usare lo slogan ipocrita che va oggi di moda – e “a casa nostra”, perché il modo appartiene a tutti e non solo a chi ha avuto la fortuna di nascere nel “posto giusto”. La Caritas fornisce aiuti di emergenza in tempi di crisi e finanzia contemporaneamente progetti di sviluppo sostenibili in grado di fornire alla popolazione locale un’indipendenza alimentare a lungo termine. Spiega Fabio Molon, responsabile del servizio Mondialità: “I fenomeni meteorologici estremi sono in aumento, soprattutto in Africa. Sempre più spesso periodi di siccità si alternano a forti precipitazioni. Affinché le persone non debbano più assistere in maniera impotente a questi cambiamenti, aiutiamo le popolazioni a migliorare le tecniche agricole e forniamo loro una formazione sul compostaggio, la fertilizzazione, lo stoccaggio e la commercializzazione dei raccolti. Distribuiamo inoltre sementi resistenti alla siccità, attrezzature agricole e bestiame da allevamento”.
Particolare attenzione quest’anno è rivolta ai giovani. “Il 60 per cento della popolazione a sud del Sahara ha meno di 25 anni. Giovani e bambini necessitano di mezzi di sostentamento che garantiscano la sopravvivenza anche in tempi difficili”, sottolinea Judith Hafner, che da anni segue e monitora i progetti in Africa. “Se un bambino non si nutre abbastanza, il suo sviluppo fisico e mentale potrà compromettersi a tal punto da non riuscire a recuperare il ritardo causato dalla malnutrizione per tutto il resto della sua vita”. Oltre al cibo i bambini ricevono anche l’istruzione necessaria per costruire il loro futuro. “Solo chi sa leggere e scrivere può esercitare i propri diritti e cogliere le opportunità che si presentano nella vita”.
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