Alla manifestazione che rinsalda i legami anche il vescovo di origine trentina dom Guido Zendron, oggi in Brasile
L’alta valle di Cembra ha ospitato domenica 8 luglio la giornata conclusiva della Festa provinciale dell’emigrazione, organizzata dall'Ufficio emigrazione della Provincia con l’associazione Trentini nel mondo e l'Unione delle famiglie trentine all’estero.
Qualsiasi festa è un esercizio di memoria, perché ci richiama il senso profondo della propria terra. Le parole del vescovo di origine trentina dom Guido Zendron, pronunciate nel corso della celebrazione tenutasi al mattino, sono state richiamate nel suo saluto agli emigrati dal presidente dalla provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi: “L’emigrazione non è solo un fenomeno del passato ma anche presente”, ha detto. “Per questo motivo – ha aggiunto – la Provincia sostiene l’impegno delle due nostre associazioni di emigrati per rafforzare il senso della identità ai trentini di seconda e terza generazione che chiedono di riscoprire le proprie radici. Insieme stiamo costruendo una rete di trentini per il mondo che ci aiuta a portare i nostri valori in tutti i continenti”.
Con i suoi quattro paesi – Faver, Grauno, Grumes e Valda – il Comune di Altavalle ha organizzato da giovedì 5 luglio la Festa approntando un ricco programma di eventi: tavole rotonde, spettacoli teatrali, mostre sui vini trentini nel mondo, concerti e laboratori. Fino alla santa messa celebrata in mattinata a Faver e alla sfilata conclusiva per le vide di Grumes. C'erano, oltre al già ricordato presidente Rossi, il sindaco di Altavalle Matteo Paolazzi, il presidente dell'associazione Trentini nel Mondo Alberto Tafner e il presidente dell'Unione famiglie trentine all’estero Mauro Verones.
Il presidente Rossi ha rivolto un appello affinché fenomeni complessi quali le migrazioni siano affrontati con la necessaria apertura: “Solo se ci impegniamo tutti, solo se ascoltiamo tutti e assieme lavoriamo, sarà possibile avere a cuore la nostra terra e i nostri valori. Vivere in un luogo significa coniugare i diritti e i doveri dei cittadini di tutta la comunità, migranti compresi. Non possiamo illuderci di risolvere fenomeni che arrivano da lontano alzando muri o barriere”. Un richiamo alla dimensione umana del fenomeno migratorio è arrivato da Alberto Tafner: “Gli emigranti non hanno conoscenza delle diversità: dietro ad ogni migrante c’è una persona, non sono numeri o bambolotti in balia delle onde del mare”. Questa Festa, ha concluso, richiami tutti a saper trasmettere un senso di solidarietà universale. Un pensiero fatto proprio anche da Mauro Verones, presidente dell'Unione delle famiglie trentine all'estero.
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