Il viaggio d’istruzione rappresenta uno dei momenti più belli e significativi di un anno scolastico: se poi l’anno in questione è la “terza media” ancor di più, è la prima gita da “grandi”! La meta è importante ma fino ad un certo punto: ciò che conta è stare con i compagni, staccarsi da casa qualche giorno e scoprire che stare, con amici e professori fuori dalle aule scolastiche fa anche bene. Se poi alle tradizionali visite ai musei, ai luoghi storici, alle mostre interattive aggiungiamo anche il Sermig, la gita si fa veramente “Grande” e prende un sapore decisamente più forte e intenso. È quanto hanno vissuto i ragazzi delle classi terze medie dell’Arcivescovile di Rovereto, che hanno trascorso ad inizio maggio il loro viaggio d’istruzione a Torino ospitati presso l’Arsenale della Pace del Sermig di Torino.
Il cammino che li ha portati al Sermig è iniziato nello scorso mese di ottobre con un incontro di presentazione e di conoscenza di questa particolare esperienza di servizio, di formazione, di preghiera e di Chiesa, fondata da Ernesto Olivero e dai suoi amici nel 1964, dove sono passati negli anni presidenti della Repubblica, tre Papi, capi di Stato stranieri e premi Nobel, ma ancor più tanta tanta gente comune, tantissimi giovani che hanno trovato un’esperienza con cui confrontarsi.
Gli amici del Sermig di Mori hanno presentato la storia e le finalità del Sermig ai ragazzi ed ai loro genitori iniziando a mettere i primi mattoncini di quest’esperienza. Il tutto è proseguito nel corso dell’anno scolastico con alcuni approfondimenti, nel cammino della Quaresima prima e poi nelle settimane precedenti alla partenza con la raccolta di generi alimentari e cancelleria che ha coinvolto tutto l’Istituto di Rovereto che i ragazzi hanno portato e consegnato direttamente a Torino.
Il clima di accoglienza, il servizio la proposta di attività e di riflessione della “merenda dei popoli”, l’entrare e l’uscire nei due giorni di visita alla città, hanno contribuito a far vivere ai protagonisti un’esperienza molto significativa e costruttiva per la loro crescita di umana e spirituale.
È quello che loro stessi hanno riportato al rientro a scuola, come risulta da questi loro commenti. “È stato molto forte sentire la storia che c’è dentro quelle mura, che una volta erano mura di guerra oggi sono mura di pace”(Giorgia). “Sinceramente non pensavo che con questa esperienza avrei imparato qualcosa, invece questa avventura mi ha insegnato molte cose, e la cosa che mi ha colpito molto di più è stata la bontà con cui questa gente senza soldi, è riuscita a creare. Mi ha insegnato a non discriminare nessuno” (Davide). “Ho capito molte cose dopo l’esperienza al Sermig, ho provato qualcosa di nuovo che non avevo mai provato, cioè ho visto un sogno, un vero sogno realizzato, un sogno coltivato con passione e coraggio senza perdere mai la speranza” (Filippo). “Questa esperienza al Sermig mi ha dato l’opportunità di guardare con occhi da adulto il “vero di mondo reale”. Quello che mi ha colpito di più è che sia gli studenti che sono ospitati ed i richiedenti di una dimora vengono accolti allo stesso modo” (Andrea). “Non pensavo fosse così difficile. Centinaia di volontari che dedicano la propria vita ai poveri, ai senza tetto ed a chiunque ne abbia bisogno non è una banalità. Insieme abbiamo potuto sperimentare questa realtà, ci siamo impegnati a condividere, darci una mano e soprattutto a non sprecare” (Clara). Sicuramente quanto vissuto e condiviso ha lasciato un segno importante a gita si è fatta veramente “indimenticabile”.
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