I risultati del sondaggio svolto dall’Osservatorio Caritas presentati nel recente convegno
Bolzano – Quello del suicidio è un tema che oscilla tra il tabù e la tentazione del sensazionalismo. I mass media procedono oggi con prudenza, consci del pericolo di emulazione che contiene ogni parola detta o scritta sull’argomento. La città, dove regna l’anonimato, risponde al fenomeno col silenzio, i paesi, dove tutti conoscono tutti, reagiscono con l’imbarazzo. Le istituzioni si scoprono impotenti e non sanno spesso che fare quando una persona si toglie la vita, né immaginano forme efficaci di prevenzione. È così?
In Alto Adige la statistica è impietosa: una persona ogni settimana si toglie la vita e da una a tre persone, ogni giorno, tentano di suicidarsi. Per contrastare al meglio questo triste bilancio da un anno, a livello provinciale, lavora una Rete per la prevenzione del suicidio. La settimana ha organizzato un convegno presso il Centro pastorale di Bolzano per discutere sulle diverse misure e le offerte necessarie a prevenire il fenomeno, quelle che ancora mancano e quelle che potrebbero essere implementate.
“Nell’ultimo anno nei diversi servizi della Caritas diocesana abbiamo posto al centro dell’attenzione il tema del suicidio, ricevendo molti feedback e riscontri importanti. Allo stesso tempo altri soggetti hanno iniziato a confrontarsi su questo argomento tabù anche in pubblico. Ciò ha portato all’idea di formare un tavolo comune sulla prevenzione del suicidio”, spiega Guido Osthoff, che coordina la Rete.
“Un importante e consistente lavoro preparatorio è già stato fatto nel periodo precedente al convegno: prima di tutto sono state raccolte le varie misure e i servizi esistenti sul territorio per le persone a rischio. Inoltre è stato pensato e somministrato un questionario ai partner di rete, ma anche ad altre istituzioni e organizzazioni interessate al tema”, aggiunge Sabine Cagol della cooperativa Eaad-Eos, responsabile dell’Ambulatorio Specialistico per la salute psicosociale nell’età infantile ed evolutiva di Brunico, che con Osthoff ha moderato il convegno.
I risultati del sondaggio svolto dall’Osservatorio Caritas sono stati resi pubblici nel corso dei lavori. Roger Pycha, primario del Servizio Psichiatrico dell’ospedale di Brunico li ha commentati così: “È significativo che solo il 10 per cento degli intervistati consideri sufficiente l’attuale lavoro di prevenzione del suicidio effettuato in Alto Adige. Soprattutto le persone con malattie psichiche, ma anche le persone che vivono in solitudine o hanno subito un lutto familiare, sono state classificate da due terzi dei partecipanti come soggetti particolarmente a rischio. Negli istituti scolastici un grande lavoro di sensibilizzazione e prevenzione viene già fatto e costantemente sviluppato. Tuttavia, dobbiamo indubbiamente far conoscere con urgenza alla popolazione i diversi interventi ‘salvavita’ che dovrebbero essere usati in situazioni di emergenze psichiche in modo simile alle misure del primo soccorso, utilizzate in caso di incidenti o malori fisici”.
La Rete di prevenzione è costituita da più di venti soggetti pubblici e del terzo settore, è coordinata dalla Caritas altoatesina, dalla cooperativa Eaad-Eos, dal Forum Prevenzione, da Telefono Amico e da rappresentanti dei servizi psichiatrici e psicologici, del Supporto umano nell’emergenza e della Direzione provinciale Istruzione e Formazione.
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