Trentodoc in vetta, vignaioli divisi e dispersi. Contributi significativi dalla Fondazione Mach. Plauso alla viticoltura sostenibile
Il Trentino vitivinicolo era ben rappresentato alla 52^ edizione di Vinitaly, la più importante fiera enologica italiana con 4.200 espositori provenienti da tutto il mondo.
Nel padiglione 3 riservato al Trentino erano presenti gli stand istituzionali di Consorzio vini, Istituto Trento Doc, Fondazione Mach, Istituto tutela grappa del Trentino. Nello stesso padiglione si trovavano 68 produttori rappresentati da cantine sociali e private. Visibili e affollati gli stand delle aziende cooperative Cavit, Mezzacorona, La Vis oltre alla cantina Ferrari spumante classico e ad alcune aziende di distillati (Marzadro e Bertagnolli). La maggior parte degli aderenti al Consorzio vignaioli del Trentino esponeva i propri vini all’interno del padiglione 8 con una collettiva gestita insieme al Consorzio nazionale viticoltori indipendenti (FIVI).
A questa variegata collocazione logistica fa riferimento la proposta di Bruno Lutterotti, presidente del Consorzio vini oltre che di Cavit e della Cantina Toblino di Sarche: costituire un gruppo di lavoro col compito di elaborare un nuovo format identitario del Trentino con il quale presentarsi uniti al Vinitaly e al quale uniformare l’attività promozionale.
La proposta, ha detto Lutterotti, potrà diventare operativa solo se otterrà il consenso di tutte le realtà produttive rappresentate nel Consiglio di amministrazione. Ha anche espresso la volontà di collaborare strettamente con Trentino Marketing per dare sostegno ad iniziative di enoturismo.
Se questo descritto finora rappresenta ombre e nodi da sciogliere, va detto per converso, che molti spunti e note positive sono emerse dalla visita ai vari reparti. Molte e meritevoli di segnalazione le proposte enologiche presentate da cantine private e sociali a prescindere dalle dimensioni e dal peso economico. Ne citiamo due a titolo esemplificativo. La cantina Roverè della Luna ha presentato “Chiaro di Luna”, un vino nuovo rosato ricavato da uve Schiava. Si tratta di un rosato tenue ottenuto da uve vendemmiate a mano e vinificate in bianco con pressatura soffice per limitare l’estrazione del colore. Fermentato a bassa temperatura in serbatoi di acciaio fino ad una bassa gradazione alcolica. Un breve periodo di affinamento sui lieviti gli conferisce una leggera effervescenza naturale. Piacerà sicuramente ai giovani. A proposito di giovani, merita segnalare l’iniziativa “Giovani del Teroldego” avviata da Daniele e Lisa Endrici. Una decina di vignaioli della Piana Rotaliana hanno costituito un gruppo promotore che all’insegna di un Teroldego figlio di disciplinare assai più restrittivo di quello vigente, si impegnano a promuovere eventi per avvicinare la gente alla nuova proposta enologica.
Altra novità presentata dalla cantina Fratelli Zeni di Grumo è la Nosiola Schwarzhof (Maso nero) da uve prodotte in un vigneto situato nella parte alta della collina di Sorni. Altezza 550 metri, terreno dolomitico, viti di 30 anni, allevamento a spalliera, bassa produzione ad ettaro. Dopo la raccolta manuale l’uva diraspata viene messa a fermentare con le bucce e sottoposta ad una macerazione in rosso per circa 10 giorni. Riposa successivamente per circa sei mesi sulle bucce per garantire una corretta evoluzione e affinamento.
Spazioso lo stand gestito direttamente dall’Istituto Trento Doc, presieduto da Enrico Zanoni direttore generale di Cavit. Costantemente affollato da persone che hanno avuto la possibilità di assaggiare i Trentodoc dei 49 produttori di spumante metodo classico prodotto da uve di montagna. Di assoluto rilievo e di efficace supporto alla vitivinicoltura trentina le proposte della Fondazione Mach. Premiazione delle cantine trentine e altoatesine che hanno partecipato al concorso “ENOtecnico valorizzazione VINI Trentini”: 55 cantine, 111 etichette, 4 tipologie di vini: Teroldego, Marzemino, Trentino aromatico e Gewuztraminer. Consegna attestati 5^ edizione del corso “Executive Master in Wine Export management”. Presentazione della pubblicazione Vinum Sanctum, Vinum de Xanto”.
Conferenza stampa per finire su “Produzione integrata SQNPI 2018” con la presenza di rappresentanti del Ministero, Provincia autonoma di Trento, Consorzio vini e Fondazione Mach. Dichiarata esemplare la risposta del Trentino alla proposte del MIPAAF. Notata l’assenza dei rappresentanti della Provincia di Trento.
Plauso alla pubblicità apparsa su il Corriere della Sera di domenica 15 aprile a firma cantine Mezzacorona. Un calice di Muller Thurgau recante all’esterno l’immagine riflessa della Valle di Cembra; la scritta “Abbiamo il Trentino dentro”; in evidenza il marchio che attesta la certificazione SQPNI per le uve e i vini bianchi della cooperativa.
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