Quattro aree guidate dai delegati vescovili e articolate in servizi affidati ad alcuni referenti. Un progetto che s'abbina alla revisione degli organismi sul territorio
Annunciata già da qualche mese a partire anche da un'accurata analisi interna, la riorganizzazione della Curia Arcivescovile di Trento è stata presentata ai dipendenti nella mattinata di venerdì 20 aprile nell'aula magna del “Vigilianum”.
“Va nella direzione della semplificazione e della maggiore efficienza”, ha sintetizzato una nota dell'Ufficio stampa diocesano nel presentare le quattro nuove aree in cui vengono raccolte le varie attività, non più frazionate in molteplici uffici.
Vengono meno dunque le figure dei direttori dei singoli uffici ed i nuovi delegati vescovili sono i quattro responsabili delle quattro aree: don Rolando Covi, per Annuncio e sacramenti; don Andrea Decarli per Cultura; don Cristiano Bettega, per Testimonianza e impegno sociale; l’economo diocesano Claudio Puerari per Amministrazione e Affari generali. Saranno loro a formare insieme all’Arcivescovo e al vicario generale don Marco Saiani, nella sua qualità di moderator Curiae, il Consiglio di Curia che avrà il compito di coordinare la pastorale, nel suo calendario, nei suoi progetti e anche nel suo assetto organizzativo.
Le quattro aree guidate dai delegati vescovili (incarico per 5 anni) sono articolate in servizi ai quali sono preposti i referenti (incarico di 2 anni, pure rinnovabile), ovvero responsabili di specifiche attività che supportano il delegato vescovile della propria area.
La riforma è stata deliberata, anche se la sua applicazione sarà necessariamente graduale: non solo per i necessari adeguamenti degli spazi nel centrale palazzo Ceschi in piazza Fiera e nelle altre sedi, ma anche per gli adattamenti richiesti al personale. Una delle novità più significative, ad esempio, riguarda il servizio trasversale della segreteria generale che sarà a supporto anche per le attività delle altre tre aree.
Chi ha presente la precedente suddivisione degli uffici diocesani (spesso con relativi centri pastorali), esito di un ordinamento che risale a molti anni fa anche se è stato via via rivisto, comprende come l'articolazione in quattro aree punta a rendere la Curia più “snella”, senza frammentazioni che appaiono sproporzionate rispetto alla mutata realtà pastorale.
A proposito la prospettiva di lavoro, per tanti aspetti innovativa e impegnativa che è stata comunicata il 20 aprile, s'accompagna al discernimento avviato in questi mesi dal Consiglio presbiterale e dal Consiglio pastorale diocesano per una revisione degli organismi pastorali periferici con un superamento degli attuali decanati. Qualche ulteriore elemento sarà offerto anche in occasione della presentazione del bilancio dell'Arcidiocesi, per la prima volta pubblica, con un taglio divulgativo e pastorale, prevista per il 26 maggio a Trento.
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