Primo premio per il Gruppo Arte Drammatica di Trento nel concorso nazionale Sipario d'Oro. Racconta il regista Uez: “E' una critica civile dello schema della guerra”
Per il Gruppo Arte Drammatica (GAD) di Trento la terza vittoria al concorso nazionale della rassegna “Sipario d'oro” è la ciliegina sulla torta di un percorso culturale lungo più di mezzo secolo. Lo scorso 27 marzo la compagnia del capoluogo è stata premiata con lo spettacolo “Oh, che bella guerra!” dopo aver battuto la concorrenza di altri quattro piéce approdate alla fase finale dopo una selezione che ha visto più di un centinaio di partecipanti da tutta Italia.
“Ho conosciuto l'autore Luigi Lunari una ventina di anni fa”, racconta Alberto Uez, regista e anima del GAD che l'anno prossimo spegnerà 40 candeline di attività con la compagnia. “Non esagero se dico che è uno degli autori nazionali più importanti, rappresentato in tutto il mondo. Quando gli ho proposto di creare qualcosa per il Centenario è stato entusiasta”.
Ecco che allora è nato “Oh, che bella guerra!”, una carrellata sui quattro anni di conflitto che, senza dimenticare i 17 milioni di morti, punta l'attenzione soprattutto sulla pace alla quale si è approdati dopo la carneficina. Un cabaret con canzoni e citazioni di Brecht e Trilussa, che vuole condurre lo spettatore a una critica civile dello schema della guerra, fatta in modo ironico e beffardo. La piéce, dopo l'anteprima allo Zandonai di Rovereto, approderà al Cuminetti di Trento domenica 15 aprile in un doppio appuntamento alle 16.30 e alle 20.30, per poi essere riproposta nel resto dello Stivale.
Il Sipario d'oro, organizzato dalla Comunità della Vallagarina in collaborazione con la Compagnia di Lizzana, ha proposto 46 messe in scena su 14 teatri dal 3 febbraio al 23 marzo, coinvolgendo più di 10 mila spettatori. “Il 'Sipario' è uno dei festival più importanti d'Italia; alcune delle compagnie che vi partecipano si avvicinano al professionismo”, testimonia Uez. “Più in generale, credo che il teatro amatoriale sia caratterizzato da una maggiore preparazione di registi e attori rispetto a 30 anni fa, senza contare il contributo della tecnologia”.
“Il pubblico è sempre più attirato dalla commedia e dal nome dell'attore, soprattutto se è passato dalla televisione”, continua la sua riflessione il regista del GAD. “Anche in una società con un'offerta culturale super parcellizzata, dove gioco forza il teatro diventa di nicchia, comunque in platea si vedono dei giovani e questo mi lascia ben sperare”.
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