L’essenziale è invisibile agli occhi

Cent'anni fa sulle nostre montagne le croci piene di ghiaccio d'un inverno che tardava ad andarsene per far posto allo sbocciare dei primi bucaneve di un'alba di pace.

Settant'anni fa l'avvio della nuova Costituzione, a indicare le nuove frontiere del bene comune dopo le lacerazioni e le macerie d'un periodo di sofferenze e di morte.

Sette anni fa l'inizio della tragica guerra in Siria che non accenna ad aprire spiragll di vita.

Tutto questo, e molto altro delle cronache quotidiane, ci parla di morte e risurrezione: esattamente il centro della fede cristiana e il cuore della Pasqua.

“Chi cercate? Non è qui” sono le parole che risuonano a Pasqua. Il regno della morte non è più abitato. Il Signore della vita era apparentemente sconfitto, ma ora vivo trionfa. Questo è il gioioso annuncio, il “Vangelo” di Pasqua.

C'è molto trambusto in quell'alba di vita nuova che nessuno dei discepoli fuggiti in mille direzioni nemmeno vagamente immaginava. C'è una ricerca convulsa di una news che sfugge, impalpabile, come l'esplosione di luce di quel nuovo mattino, come quella grossa pietra che certo le donne accorse fin lassù non riuscivano a spostare. Eppure il sepolcro è vuoto. Il Cristo non è più lì prigioniero della morte: precede fuori e oltre tutti, noi credenti per primi, chiamati a seguirlo fino ai confini del mondo.

La morte e la vita si sono affrontate in un grande duello, ma il Signore della vita è il Vivente per sempre, Salvatore di un'umanità in ricerca di ragioni di gioia e speranza.

Con naturalezza ci si immedesima meglio con la Via Crucis, che è rappresentazione del cammino alla croce, ma anche sintonia con le nostre sofferenze.

Ma quando si parla di Pasqua, di Cristo che risorge vincendo la morte, siamo senza parole. Anche a noi cristiani manca la rappresentazione comunicabile di quel trionfo di vita, di quell'esplosione di luce, di quel rifiorire della speranza che fa parte di noi.

Eppure nelle pieghe delle cronache vediamo un gendarme francese che – come san M. Kolbe – si sostituisce ad altra persona e dona la vita. Scopriamo che nelle nostre stesse terre impaurite un migrante chiede il battesimo perché accolto con amore, ecc.

E’ proprio vero: «Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi» (Il piccolo principe).

Tutto era iniziato con Gesù che parlava di croce, ma nessuno capiva: siamo troppo allergici alla sofferenza. Eppure la croce si capisce solo se balza in primo piano la sua chiave di lettura: l'amore. “Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo figlio”, perché l'umanità abbia “pienezza di vita”. E poi la santa cena con Gesù che spezza il pane e condivide il vino, anticipo della sua vita offerta per noi e per tutti. Poi il silenzio del sabato santo …

Ma ecco la Pasqua: non è qui in un sepolcro. Cercatelo altrove. Vi precede nelle periferie del mondo dove lui stesso aveva cominciato la sua predicazione. Il regnare di Dio vi è vicino. Il Cristo risorto siede alla tua tavola in famiglia. E ti invita a guardare oltre e in avanti. Con gli occhi del cuore e il correre leggero del mattino di Pasqua.

Il Dio della vita festeggia con te un nuovo inizio. Un’esplosione di luce è partita rigonfiando la Sindone e passando oltre. Verso un futuro di speranza impregnato della gioia del Vangelo. Ad ognuno l’augurio di Buona Pasqua.

p. Giampietro Brunet

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