I giovani come speranza della missione
Jambo kwa nyinyi wote. Ciao a tutti voi! Siamo alla fine del nostro percorso, è stato proprio bello fare questo viaggio insieme, vero? Sono seduta nella payotte del nostro giardino, c’è una musica assordante che proviene dai nostri vicini, i bambini giocano a pallone sulla stradina.
Li incontro tutti i giorni, dal mattino alla sera. Giovani che camminano svelti per andare a scuola, giovani che spingono biciclette cariche di sacchi e altri articoli che venderanno al mercato; giovani che vanno ad insegnare nelle tante scuole della zona; giovani sotto gli alberi di mango che giocano a carte e ad altri giochi tradizionali; giovani al volante di grossi camion che vanno al porto di Kalundu per scaricare la merce sul grosso battello che partirà per Kalemie; giovani che rientrano infreddoliti da una notte di pesca sulle loro piroghe e giovani seduti senza far niente che guardano il movimento frenetico sulla strada; giovani in ospedale che aspettano angosciati di essere operati perché hanno delle pallottole conficcate nel corpo e non sono ancora morti…; giovani impegnati con grande dedizione e sacrificio nei diversi settori della parrocchia e giovani che di notte, quando piove fortissimo sulle lamiere dei tetti, entrano nelle case, rubano e uccidono senza pietà. Giovani con buoni propositi e giovani che tramano gesti delittuosi. Giovani con buone famiglie e giovani orfani di entrambi i genitori. Giovani che scherzano e ridono e giovani tristi, spenti e inconsolabili. Giovani che sognano un avvenire e giovani che scappano gli orrori della guerra, della persecuzione, del veleno che potrebbe ucciderli da un momento all’altro. Giovani spensierati e giovani già vecchi per il peso dei problemi che portano da soli. Giovani col fango fino in bocca nelle miniere d’oro, di coltan, di cassetterite e giovani fannulloni a cui la capanna casca sulla loro testa perché non hanno mai fatto la più minima manutenzione. Giovani che si ribellano alle ingiustizie, che manifestano per i loro diritti e per questo sono uccisi senza pietà e giovani indifferenti e insensibili a tutto. Giovani che sentono l’invito di Gesù a seguirlo più da vicino e si impegnano seriamente in un cammino di formazione alla vita sacerdotale, religiosa e missionari. Giovani, il presente e il futuro del nostro Paese, delle nostre case, delle nostre famiglie, dei nostri villaggi, dei nostri quartieri, delle nostre città, delle nostre periferie, delle nostre Parrocchie e Diocesi.
“Cari giovani, non temete il futuro! Osate sognare grandi cose! Tenete viva la gioia, segno del cuore giovane che ha incontrato il Signore”: così il Papa si è rivolto un giorno ai giovani.
E ancora: “Che bello che i giovani siano ‘viandanti della fede’, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!” (EG 106)
La Parola Dio è la vostra forza, il vostro presente e il vostro avvenire: Gesù Cristo accolto, abbracciato, amato, annunciato. Siate impegnati nella “corsa della Parola”, amici dei poveri, solidali con ogni sofferenza, presenti e operanti in tutte le realtà di questo mondo!
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“Sai Delia,” mi racconta una sorella, “ho accompagnato Nzigire, nella visita ad alcune famiglie povere. C’è un terreno che appartiene alla parrocchia dove vivono delle donne vedove sole, molte di loro non hanno avuto figli e sono state rigettate dalla famiglia del marito. Mamma Elisabetta era moglie di un militare e non ha avuto figli, adesso sembra molto anziana, ma la sua età non la conosce. Le nostre giovani che si preparano a diventare missionarie, vanno spesso da lei, l’aiutano a sistemare la sua casetta (una stanza di legno col pavimento di terra), a liberarsi delle pulci, a fare da mangiare, il bucato, a togliere dei parassiti dai piedi… un po’ di tutto. Non si muove più da casa, però dice che quando non avrà più quei vermetti nei piedi andrà a Messa e ballerà come si deve; per essere più convincente ci accenna una danza da seduta. Nzigire ride quando lei dice così, perché sa bene che non si allontanerà mai dalla sua casa. Elisabetta è molto simpatica e ci manifesta la sua gioia di avere delle persone che si ricordano di lei”.
Paska njema kwa nyinyi wote! Buona Pasqua a tutti voi, nella gioia della resurrezione di Cristo e nostra! Safari njema, buon viaggio, sulle strade del mondo! E, Mungu akipenda, tutaonana! E, a Dio piacendo, ci rivedremo. Aksanti kwa yote, grazie di tutto!
(7. continua)
Delia Guadagnini
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