“Un voto di protesta

“Un esito che è andato al di là delle previsioni, si può ben parlare di Terza Repubblica”, commenta il politologo di Vita Trentina Paolo Pombeni (si veda anche pag.39), ripreso anche dall'Agenzia Sir e intervistato a caldo da Trentino inBlu.

Prof. Pombeni, a caldo, le novità principali?

Il Movimento Cinque Stelle è andato oltre la barriera psicologica del 30 per cento, la Lega Nord ha nettamente distanziato Forza Italia, il Partito Democratico è crollato mostrandosi incapace di presentarsi come una forza di reale rinnovamento.

Che Italia ne esce?

E’ un Paese che non ne vuol più sapere delle vecchie filiere delle classi dirigenti. Vuole puntare su una classe dirigente “vergine”, tra virgolette.

I tre poli hanno peso specifico diverso ora?

Certamente, sono molto disomogenei. Il centrosinistra ha un peso relativo, al centrodestra manca poco per arrivare alla maggioranza.

Un voto anche geografico?

Al Nord la protesta è integralmente nelle mani della Lega, gente che vuol ribaltare il tavolo ma ha un solido rapporto con i governi regionali del Nord sviluppato. A Sud è ancora una protesta alla Masaniello, di gente che vuol rovesciare il tavolo…e poi vediamo come va.

Come si può pensare ad una governabilità?

Immagino per ora due scenari: un governo di minoranza oppure, lo si chiami come si vuole, un governo di tregua. Nel primo caso si tratterebbe di un governo della coalizione con il maggiore numero dei voti, il centro-destra, che in nome dell’esigenza di non lasciare il Paese senza un governo potrebbe avere l’appoggio esterno momentaneo di un altro partito. E realisticamente non potrebbe che essere il Pd. Il quale, però, porrebbe delle condizioni. Forse anche intorno ai Cinquestelle, in quanto primo partito, potrebbe nascere un governo di minoranza e anche in questo caso l’interlocutore non potrebbe che essere il Pd.  

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