Alcuni volontari impegnati in attività di integrazione in diverse realtà del territorio intervengono sull’accoglienza dei migranti in Trentino
A firmare siamo dei volontari impegnati in attività di integrazione in diverse realtà predisposte dal Cinformi in Trentino. Siamo lavoratori, pensionati, studenti universitari trentini, ma anche veneti ed emiliani. Siamo donne, soprattutto. Stiamo sperimentando, nella conoscenza diretta delle persone straniere, che l’accoglienza può essere un vantaggio anche per noi, in Italia e in Europa, oltre che la risposta a un bisogno urgente per loro che arrivano. Non ci nascondiamo le difficoltà che l’incontro fra culture e religioni diverse comporta, da una parte e dall’altra. Sono però problemi da affrontare, non muri che ci separano. L’idea di un appello pubblico nasce durante il corso di formazione organizzato dal Centro Astalli a Villa S. Ignazio. Negli incontri con gli esperti le riflessioni avvengono a livello politico generale, e sulle realtà sociali che ci coinvolgono da vicino. Con la nostra lettera ci rivolgiamo alle istituzioni, alla società, ai migranti, a noi stessi: non sono proposte originali, non ci attendiamo miracoli, indichiamo un percorso su cui camminare con fiducia.
Politica europea e nazionale
Il nostro impegno è costruire un’Europa e un’Italia aperte e solidali, in cui siano rafforzate le vie legali di arrivo, i corridoi umanitari, e in cui sia approvata la legge dello jus soli. Vorremmo abbreviati i tempi delle audizioni per i richiedenti asilo, e che ai colloqui siano presenti almeno due persone delle quattro di cui la commissione è composta.
Politica provinciale e comunale
Già con la prima accoglienza nei centri più grandi va favorita l’autogestione dei migranti in piccoli gruppi, per fruire con successo dei servizi previsti. Ma è soprrattutto la collocazione nei comuni del Trentino che permette la conoscenza, gli incontri fra i migranti e la popolazione, i lavori utili. Sappiamo che in parecchi comuni l’esperienza avviata è positiva.
La società
E’ bene che i cittadini incontrino numerosi i migranti, gli operatori, i volontari, incominciando dalle giornate di “Porte aperte” nei centri di accoglienza. Sono utili anche la partecipazione agli incontri organizzati da associazioni culturali, politiche, religiose; l’informazione attraverso buone letture; lo stabilire un legame con doni di oggetti che non usiamo più, ma preziosi, dall’enciclopedia all’atlante, dalla bicicletta ai giochi. Si impegnino le associazioni a invitare i migranti agli eventi della società: dal 25 aprile al 1 maggio, dalla festa del patrono al carnevale, dalla festa dei vigili del fuoco all’escursione della Sat, dallo sport al gioco. I migranti sanno suonare e giocare. Affidiamo con fiducia dei lavori ai migranti singoli e riuniti in cooperativa. Come cittadini dobbiamo replicare con fermezza, senza gridare, alle battute xenofobe che sentiamo sul posto di lavoro e in piazza, a scuola e in chiesa, sul treno e al bar. Impariamo dai bambini, che a scuola e nel parco si mescolano con gioia, bianchi e neri, cristiani e musulmani, senza paura.
I migranti
Ai migranti chiediamo di impegnarsi nella convivenza fra diversi, per nazionalità, etnia, religione, fin dalle strutture di prima accoglienza. Possono fare con fiducia proposte, da soli e attraverso i propri rappresentanti, per migliorare la condizione; denunciare ciò che non funziona, in modo rispettoso e coraggioso; valorizzare il contributo dei volontari nelle attività linguistiche e culturali; partecipare agli eventi della città e dei paesi quando sono invitati, ma anche senza esserlo. Potrebbe essere bello andare in delegazione ad annunciare e propagandare, faccia a faccia, le proprie iniziative come “Porte aperte”, nelle scuole, nelle parrocchie, nelle associazioni sindacali, politiche, culturali, nelle redazioni dei giornali, Sappiano i migranti che qualche loro lettera collettiva ai giornali, con le buone e le cattive notizie, dai cittadini è letta con attenzione.
I volontari
Come volontari sul campo stiamo insegnando e imparando, diamo e riceviamo. Ci impegniamo a sollecitare i cittadini ad accrescere il numero dei volontari. Dobbiamo non accontentarci della buona volontà: è nei corsi di formazione che veniamo a conoscenza di aspetti psicologici, giuridici, culturali e politici che ci rendono un poco più bravi. Se siamo adulti e anziani dobbiamo ispirare fiducia ai giovani e ai bambini, se siamo giovani dobbiamo rivolgerci con fiducia agli anziani, per vincere le nostre paure.
Alessia Gattamelata, Giulia Turci, Silvia Lo Faro, Ines Sciulli, Francesca Bridi, Manuela Defranceschi, Igor Conte, Lorenzo Valla, Federica Bertoldi, Teresa Sottovia, Monica Temani, Elena Sinico, Silvia Ceron, Katharina Kolarik, Francesca Caola, Elisa Bedin, Olga Miana, Silvano Bert
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