Profughi a Belgrado, tra vecchi e nuovi flussi. Ne scrive, dalla capitale della Serbia, Belgrado, Francesca Rolandi per l’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (OBC). Oggi la rotta balcanica è sbarrata e molti richiedenti asilo sono rimasti bloccati in Serbia. Con l’abolizione dei visti per i cittadini di India e Iran, si sono aggiunti flussi nuovi da questi due paesi.
Da quando la Serbia si è trasformata in un paese di transito, scrive Francesca Rolandi, la zona delle stazioni degli autobus e dei treni “è stata sempre più segnata dalla presenza costante di profughi dal Medio Oriente”, almeno fino alla chiusura della rotta balcanica nel marzo 2016. “Da quando le frontiere si sono trasformate in muri, il parco ha continuato ad essere un luogo di ritrovo” e nelle vie nei pressi della stazione degli autobus si è creato in maniera informale un ”quartiere dei profughi”. Qui si trova anche l’ufficio dell’organizzazione non governativa Info park, che è un punto di riferimento per i profughi. “Il transito esiste ancora. Nel 2017 calcoliamo che 8.000 – 10.000 persone siano passate nel paese. La chiusura delle frontiere ha solo aumentato la zona grigia e messo a repentaglio la loro sicurezza”, spiega nell’articolo di OBC Stevan Tatalović di Info Park.
L’articolo completo è sul sito di OBC: www.balcanicaucaso.org/aree/Serbia/Profughi-a-Belgrado-tra-vecchi-e-nuovi-flussi-186145.
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