(Dire/Sir) – “Diritto al lavoro, all’istruzione e alla terra: un presidente popolare deve occuparsi di questo”. Padre Matsepane Morare, gesuita animatore del dibattito su politica e giustizia in Sudafrica, all’agenzia Dire dopo le dimissioni del presidente Jacob Zuma e l’insediamento del suo ex vice Cyril Ramaphosa parla della lotta di potere tutta interna all’African National Congress (Anc), il partito di Nelson Mandela al governo dalla fine dell’apartheid nel 1994, ma anche di “svolta”. “C’è un sospiro di sollievo collettivo per le dimissioni di Zuma – sottolinea padre Morare – ma anche la consapevolezza che c’è molto da fare per porre rimedio ai danni arrecati dall’ex presidente e per costruire il prima possibile una società più giusta”.
Ramaphosa dovrà ripartire dal divario tra ricchi e poveri che, nonostante le promesse, non si è ridotto. “E dalla lotta alla disoccupazione, per il diritto all’istruzione e alla terra”, insiste padre Morare. Convinto che in gioco ci sia “la cosiddetta ‘trasformazione economica radical’, il programma per risollevare i poveri e i neri rimasti finora esclusi”.
Lascia una recensione