La grande festa si è svolta a Madrano, nella cui chiesa parrocchiale è stata celebrata la Messa, e poi nella palestra della scuola elementare del paese per il prosieguo della festa.
La celebrazione eucaristica è stata anche un positivo momento di incontro delle comunità dell’Oltrefersina (Madrano, Canzolino, Vigalzano, Nogarè) che si sono unite in un’unica messa domenicale per l’occasione, così come hanno fatto i cori parrocchiali di Madrano e Nogarè.
Don Guido Avi è nato il 14 febbraio 1918, quando ancora sulle montagne trentine si poteva udire il rombo del cannone della Prima Guerra Mondiale, ed è stato ordinato sacerdote a Trento il 21 marzo 1942 dall’arcivescovo Carlo de Ferrari. Dopo esser stato viceparroco a Noriglio (1942-1943) e a Rovereto in Santa Maria (1943-1947), è diventato parroco a Cristo Re a Trento (1947-1968), Albiano (1968-1975) ed a Baselga del Bondone (1976-1990). Oggi, nonostante qualche acciacco e le 100 primavere sulle spalle, è un attivo collaboratore pastorale del decanato di Pergine, gira ancora guidando la sua fedele Fiat Punto, celebra messe e confessa i fedeli.
Domenica scorsa, la chiesa di Madrano non è riuscita a contenere tutto l’affetto che i suoi parrocchiani, attuali ed anche quelli di un tempo, hanno voluto esprimergli. La messa è stata concelebrata assieme al vicario episcopale per il clero, don Ferruccio Furlan, al parroco di Madrano, don Marco Berti, al collaboratore pastorale padre Marco Demattè e all’immancabile don Celestino Tomasi. Una celebrazione di ringraziamento per la vita di don Guido e per tutto il bene che ha seminato nella sua vita sacerdotale. Un ringraziamento espresso dallo stesso don Guido nell’omelia, “il fiore della mia riconoscenza” ha detto: una menzione speciale per i suoi familiari, tutti i suoi parrocchiani, i parroci ed i vescovi che ha incontrato, le personalità importanti, come papa Giovanni Paolo II che guarì miracolosamente sua sorella Sabina da un male incurabile, o come Alcide De Gasperi, che gli donò 300.00 lire per la costruzione della chiesa di Cristo Re, dove don Guido acquisì il soprannome che lo ha reso unico in Trentino, quel “don Torta” nato a forza di vendere torte per finanziare i lavori di costruzione.
Un “arcobaleno di ricordi” nel quale la Provvidenza, come ha ricordato proprio don Guido nel suo libro autobiografico (il cui ricavato, 30 mila euro, è stato donato alla Caritas di Norcia), ha sempre avuto un ruolo centrale: in 76 anni di sacerdozio infatti sono state molte le occasioni nelle quali la fede di don Guido e di quanti gli sono stati attorno non ha potuto che incrementarsi. E tanti sono anche i gesti che la Provvidenza ha fatto compiere a don Guido: oltre alla chiesa di Cristo Re, anche l’oratorio a Rovereto, la campana a Baselga del Bondone, la chiesetta della Madonna della Pace a Kamauz, in Valle dei Mòcheni.
La festa è proseguita nella palestra della scuola elementare, dove don Guido ha ricevuto vari regali, è stato salutato dal sindaco di Pergine, Roberto Oss Emer, dal consiglio pastorale interparrocchiale, dai rappresentanti frazionali di Madrano, Canzolino e Vigalzano e da vari parrocchiani. Infine, e non poteva essere altrimenti, il taglio della torta.
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