La favola (bella?) degli Italiani in Albania

Negli ultimi anni esponenti politici e giornalisti, sia albanesi che italiani, hanno parlato di 19.000 italiani che vivono e lavorano in Albania. Una storia politically correct dell’esodo all’incontrario, che si incardina nella retorica della crisi in Italia e in quella dello sviluppo in Albania. Una narrazione che forse ha fatto comodo, ma che non corrisponde alla realtà: quella cifra non ha infatti riscontro nei dati ufficiali.

Come è possibile che per anni i media italiani ripetano che 19.000 italiani vivono e lavorano in Albania, quando secondo il ministero degli Interni albanese sono meno di 2.000 (perfino meno, secondo i dati dell’Aire, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero)? Nicola Pedrazzi è andato a indagare. E ha scoperto che – come spiega in un ampio articolo pubblicato dall’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (www.balcanicaucaso.org) – il tutto è frutto di “una strategia mirata al rinnovamento dell’immagine internazionale del paese e indirizzata tanto agli imprenditori stranieri quanto agli albanesi della diaspora, che grazie a questa politica godono finalmente di uno stereotipo positivo”.

Ma perché in Italia “nessuna voce ha criticato le cifre provenienti dalla politica albanese, sebbene i dati dell’AIRE fossero di per sé già molto eloquenti”? Pedrazzi lo spiega da una parte con “lo spensierato disinteresse di parte italiana nei confronti dell’‘Albania reale’” e dall’altra per “l’importanza simbolica che l’‘Albania dei migranti’ ricopre nell’immaginario collettivo italiano. Ecco perché, per raccontare la nostra crisi (e non i progressi albanesi) siamo ricorsi volentieri alla barzelletta de “gli albanesi ora siamo noi”.

L’articolo completo è su Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa.

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