Nell’urna la lotta alla povertà e uno sguardo globale

La richiesta di una politica cooperativa orientata al bene comune e alla valorizzazione dei diritti umani

La lotta alla povertà e alle disuguaglianze, la giustizia sociale, l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, la lotta al cambiamento climatico, l’adozione di regole più eque per il mercato e il comportamento delle imprese: gli Obiettivi Sviluppo Sostenibile di Agenda 2030 coinvolgono profondamente l’Italia. Lo evidenzia la Focsiv, la Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario, di cui fanno parte 82 Organizzazioni che operano in oltre 80 Paesi del mondo, interpellando su questi temi i candidati alle politiche del 4 marzo.

Lo fa anche a nome delle migliaia di giovani che, in 46 anni di attività della Federazione, hanno vissuto un’esperienza di volontariato in tanti Paesi del sud del mondo, credendo nel valore della solidarietà e della condivisione, e oggi chiedono una nuova politica cooperativa orientata al bene comune e alla valorizzazione dei diritti umani, ad iniziare dai più poveri e vulnerabili.

Per questo ai candidati Focsiv chiede la disponibilità ad impegnarsi, se eletti, su alcune questioni politiche che stanno particolarmente a cuore alle associazioni della società civile che ne fanno parte, ai volontari, alle ragazze e ai ragazzi del Servizio Civile e dei Corpi Civili di Pace. Vediamo quali.

In primo luogo, si chiede di sostenere il Servizio Civile, il volontariato e la cooperazione per un mondo più giusto, aumentando gli impegni non solo di risorse finanziarie ma di investimento nelle risorse umane. Poi – è il secondo punto – di disinvestire le risorse pubbliche dalle fonti fossili, promuovendo pratiche virtuose di efficienza energetica e passaggio alle fonti rinnovabili a livello di comunità locali. Ancora, di sostenere una politica agricola e di cooperazione, italiana ed europea, a favore della produzione contadina, singola o associata, contrastando l’accaparramento delle terre. Quarto punto: Applicare in modo più rigido la Legge sul commercio degli armamenti e far sì che l’Italia ratifichi al più presto il Trattato di Interdizione delle Armi Nucleari del 7 luglio 2017, per dare impulso all’alternativa di una economia di pace istituendo il “Ministero della Pace”. Quinto, di sostenere il negoziato per il Trattato ONU vincolante su diritti umani e imprese e di introdurre misure rivolte a rendere il mercato effettivamente responsabile a livello sociale ed ambientale. Ancora, si chiede di accelerare il negoziato per l’introduzione a livello europeo della tassa sulle transazioni finanziarie per contrastare la speculazione.

Gli ultimi punti toccano questioni tra loro strettamente connesse come l’accoglienza dignitosa dei migranti e lo sviluppo dei Paesi impoveriti: l’approvazione della legge sullo Ius Soli temperato; il sostegno all’accoglienza e all’integrazione diffusa dei migranti riformando la legge sull’immigrazione, secondo le indicazioni della legge di iniziativa popolare “ero straniero”; una politica di cooperazione che investa sui benefici delle migrazioni sicure e regolari; un grande piano di sviluppo delle aree impoverite e di ricostruzione post conflitto che sostenga il diritto a rimanere delle popolazioni locali; il tutto in coerenza con le politiche per lo sviluppo sostenibile definite dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

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