Solo dopo il ’68 si può pensare a un mondo migliore

Da un mondo “a misura di Grandi” a un mondo “a misura di bambino”

Il ‘68 è stato un anno “divisorio”, ha scritto Sandro Schmid. Non solo il Trentino, ma il mondo intero non è stato più quello di prima. Prima degli anni ’60 era impensabile per uno studente universitario contestare un professore: bisognava ubbidire sempre, così come ha imparato tutta la mia generazione degli anni ’30. Il Duce ci aveva insegnato che bisogna “credere, obbedire, combattere”, senza discutere. In famiglia il padre aveva sempre ragione, la mamma un po’ meno e noi dovevamo ubbidire sempre (altrimenti bisognava confessare il peccato contro un quarto comandamento). Trovo scritto su un libretto di preghiere per ragazzi (1947) che “Dio diede ai disobbedienti terribili castighi”. E su un testo di teologia morale (1955) sta scritto che “il padre ha potestà dominativa su moglie e figli” e che “disobbedire a un vero comando è peccato grave”, perché “ogni autorità viene da Dio” (san Paolo).

Il “mondo solido” pre-68 era stato sempre contestato da disobbedienti, ma sempre per poco tempo (guerre rustiche, rivoluzione francese, Spartaco, Masaniello…). L’era dell’Obbedienza assoluta ai Grandi (in famiglia, nella società, nella religione) era iniziata più di 3000 anni fa, quando con la scrittura i Grandi poterono scrivere e diffondere leggi a cui bisognava obbedire, sempre (Hammurabi e Mosè).

Negli anni ’60 cominciammo ad avvertire sintomi sempre più marcati di disobbedienza, con crisi nella vita religiosa (Concilio, catechismo olandese, don Milani: “l’obbedienza non è più una virtù”) e con le contestazioni nelle università americane. La TV diffondeva i messaggi nel mondo.

Il ’68, in particolare a Trento, fu vissuto in profondità, come documenta Vita Trentina del 14 gennaio. Finì un’era storica e iniziò a livello mondiale un’era della Disobbedienza, accettata ormai nel nostro mondo, trasformato da allora da “mondo solido” a “liquido”.

Le ricadute sull’educazione dei bambini sono state notevoli. L’autoritarismo era già stato criticato nel dopoguerra dal famoso dottor Spock, ma col ’68 venne nettamente contestato ad ogni livello (famiglia, scuola, lavoro, politica…). Da allora non è più accettabile avere bambini maltrattati… Purtroppo si diffuse il permissivismo, col risultato di avere bambini sempre più viziati.

L’attuale confusione deve essere vista anche in senso positivo. Nel mondo dei Grandi, fino al ’68, ci era impossibile pensare che vent’anni dopo tutti gli stati del mondo avrebbero firmato una Convenzione dei Diritti dei Bambini e che le Nazioni Unite avrebbero poi promosso un mondo “a misura di Bambino” (2002). Era utopistico pensarlo, perché il mondo era “a misura dei Grandi”, visto dall’alto, dai padri, dai padroni, dai padri della patria, dai padreterni…

Il femminismo portò avanti moltissimi diritti delle donne, negati da millenni di maschilismo. Cambiò il rapporto ostetrica/madre in sala parto. Si diffuse il controllo della fecondità e si arrivò al nuovo diritto di famiglia (1975). In politica si iniziò a parlare a nome delle cosiddette “future generazioni” e si diffuse una parola nuova: “ecologia”, cioè rispetto dell’ambiente naturale, nel nome dei nostri figli. Oggi si parla anche di “economia sostenibile” e si interviene nel mondo povero con la cooperazione internazionale. Nelle chiese si parla sempre più di ecumenismo e di dialogo, parole inimmaginabili 50 anni fa.

Nelle scuole materne ed elementari venne rivalutata la figura di Maria Montessori. Pediatri e pedagoghi illuminati cominciavano a farci vedere il bambino come “soggetto di diritti” e non più come oggetto di proprietà di genitori, insegnanti, pediatri. Ricordo che negli anni ’60-’70 all’Ospedale Infantile i genitori potevano vedere il figlio due ore al giorno al di là di una vetrata…

Solo in queste condizioni è possibile oggi cominciare a capire il messaggio evangelico del “farsi bambini”, premessa fondamentale per iniziare la via dell’Amore che porta come obiettivo a un regno di Amore nel mondo. Come sta scritto (ma si evidenzia troppo poco!) il regno è promesso “solo a chi si fa bambino”, senza troppe parole: perché “gli infanti” (i bambini-che-non-parlano, non genericamente “i piccoli” – Matteo 11:18) ne sanno più dei dotti e dei sapienti… I bambini non sono più da vedere come docili e passivi, ma come nostri “maestri”!

Dopo Gesù (dopo 2000 anni!) anche l’ONU parla oggi di un mondo “a misura di Bambino”… Questo “mondo futuro” (che potrà nascere solo da questa era della Disobbedienza) sarà un mondo molto “solido”, perché ha come unità di misura i diritti del più debole tra i deboli, con cui Gesù si identificava. Una società sempre più responsabile deve garantire questi sacrosanti diritti. È una rivoluzione culturale, da iniziare oggi, da realizzare nei prossimi secoli…

Dino Pedrotti

dinopedrotti@libero.it
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