In Trentino 40 universitari da tutt'Europa per “studiare” i piccoli acquedotti di montagna: due settimane intensive
Durerà un paio di settimane il “live lab” sull'acqua organizzato dall'Università di Trento. Fino al 26 gennaio 40 studenti provenienti da tutta Europa saranno impegnati in lezioni in aula con addetti ai lavori nel settore e visite sul campo per toccare con mano i sistemi acquedottistici locali. L’esperienza – che conferma il respiro internazionale del nostro ateneo – è inserita nel progetto EnvYJobs ed è finalizzata a migliorare le conoscenze nel campo dell’ingegneria ambientale e coinvolge ben quattro Università: oltre al dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica di Trento il Politecnico di Bucarest (UPB – Romania), la University of Applied Sciences of Saxion (Saxion – Paesi Bassi) e il Technological Educational Institute of Central Macedonia (TEICM, Serres – Grecia).
Il progetto è partito nella primavera del 2016 e si concluderà a luglio 2018: gli studenti hanno seguito i corsi online nella propria sede e gli interessati hanno potuto poi prendere parte ai live labs, laboratori di approfondimento. Quello di Trento sull’acquedottistica è l'ultimo. Negli altri tre ci si è soffermati sulle metodologie di bonifica delle acque, sui meccanismi di depurazione e sul rischio idraulico.
«EnvYJobs è un corso di insegnamento di 6 crediti ideato per migliorare le conoscenze nel campo dell’ingegneria ambientale e rendere le competenze più appetibili sul mercato del lavoro – spiega Maurizio Righetti, coordinatore per l’Università di Trento – Il corso ha lo scopo di gettare un ponte tra il mondo accademico e quello del lavoro. L'obiettivo del progetto non è, quindi, solo la didattica per gli studenti, ma anche la possibilità offerta loro di mettersi in comunicazione con aziende e stakeholders del settore del water management».
Oltre alle tradizionali lezioni in aula con docenti universitari, ci saranno anche incontri con professionisti del settore come Matteo Frisinghelli, responsabile Idrico di Novareti spa, Linda Bottesi e Roberto Lunardelli, dell'Ufficio Gestione risorse idriche dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l'energia Aprie.
“Noi abbiamo approfittato per portare all'attenzione una tematica non sempre considerata con la giusta attenzione tecnica, quella dei piccoli acquedotti di montagna – evidenzia Lunardelli – nei percorsi di studio si affrontano i grandi acquedotti. Quelli piccoli hanno caratteristiche diverse dalle grandi opere. A noi interessa far conoscere queste caratteristiche e le problematiche di queste strutture, dove a volte un piccolo intervento diventa fondamentale. Sarà uno stimolo reciproco: arriveranno probabilmente spunti ed idee nuovi per approcci diversi alla gestione. L'aspetto più pratico invece non spetterà a noi nello specifico, ma i ragazzi avranno la possibilità di visitare vere e proprie aziende.”
In programma ci sono infatti anche visite allo stabilimento Saint Gobain di Lavis, all’acquedotto di Laives e ai serbatoi per acquedotto di Rovereto, San Donà e Cognola. “Inoltre- incalza il professor Righetti – i ragazzi saranno chiamati a gestire e progettare una rete acquedottistica, per cimentarsi con tematiche come il risparmio idrico, la riduzione delle perdite all’interno delle reti acquedottistiche e l’ottimizzazione delle infrastrutture di distribuzione dell’acqua potabile nella fase di progettazione.”
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