Le continue, reiterate, schermaglie tra Stati Uniti e Nord Corea – tra due litiganti affetti da sindromi assai serie, tutte da indagare, come Trump e Kim Jong – rischiano di far passare in secondo piano quella che è invece una questione cruciale per lo stesso concetto di futuro oggi pensabile e proponibile (specie per le giovani generazioni, quello che più preme!).
Un tale allarme – sottaciuto e sottovalutato – che fa dire a un anziano e ancora militante intellettuale come Raniero La Valle che oggi serve un “katécon”: un’azione di resistenza – una resilienza estrema – alle forze del male come l’atomica che rischia seriamente di decretare il suicidio dell’umanità.
E’ un allarme che non smette di lanciare Papa Francesco, forse l’ultima autorità morale ascoltata e inascoltata in tutto il mondo occidentale “avanzato”. Siamo sommersi dagli armamenti nucleari, migliaia di testate disseminate un po’ ovunque, su rampe di lancio, micidiali ogive e in sommergibili pronti a riemergere dagli abissi marini.
Cosa sappiamo noi di tutto questo? Quali sono le cose certe e quali invece le bufale, le bugie, le inconsistenze da scartare? Proprio perché si tratta di un discorso di estrema attualità – un discorso culturale prima di tutto, di conoscenza e di presa di coscienza – varie associazioni ed enti sensibili alla questione della pace e degli armamenti, dello sviluppo e delle ingiustizie che attanagliano il pianeta, organizzano una serie di incontri sulla “Scienza per la pace e la cooperazione internazionale”. Si tratta del Dipartimento di Fisica, Fisicittà, il Centro per la Cooperazione internazionale, il Forum trentino per la pace e i diritti umani, l’International School on Disarmament and Research on Conflicts (Isodarco) e l’Unione scienziati per il disarmo (Uspid). E’ questa un’occasione preziosa perché anche la scuola e il mondo universitario si aprano senza riserve a queste tematiche se è vero come è vero che saranno soprattutto e principalmente i nostri ragazzi, gli adolescenti, i giovani i destinatari “privilegiati” (nella duplice, ambigua, valenza) delle questioni sottese alla corsa agli armamenti e alla proliferazione nucleare. Non solo il genocidio minacciato dagli armamenti nucleari (ma in genere da qualsiasi tipo di armi e ce lo ricorda questo inizio del 2018 nel centenario della fine della Grande Guerra, inutile, evitabile macello per gli inermi e gli innocenti: le guerre sono sempre decise da pochi e ne pagano le pesantissime conseguenze in molti).
Anche il genocidio dell’ingiustizia (osserva Raniero La Valle) che domina il mondo con le ricchezze concentrate sempre più in poche mani – le diseguaglianze crescono a dismisura – e il rischio concreto del genocidio ecologico, l’ecocidio in conseguenza del quale si distruggono specie viventi, vegetali e animali, cambia il clima e non certo in meglio.
L’iniziativa “Scienza per la pace e la cooperazione internazionale” ha inizio mercoledì 10 gennaio con un incontro pubblico in cui si auspica una fattiva partecipazione di tante persone interessate a questioni cruciali per il nostro futuro.
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