Rurali: verso la banca delle Dolomiti?

Le casse rurali dal 2015 al 2017 sono passate in Trentino da 43 a 27. Senza dimenticare che nel 1980 erano 128. E il prossimo anno potrebbero scendere a 22.Un tempo si diceva “piccolo è bello”. Ora non più. Continua il processo di fusione tra gli istituti di credito delle valli di Fiemme e Fassa, e non solo. A due anni dal decreto Renzi sul riordino del sistema bancario, il numero delle banche locali si sta assottigliando. Le casse rurali dal 2015 al 2017 sono passate in Trentino da 43 a 27 senza dimenticare che nel 1980 erano 128. E il prossimo anno potrebbero scendere a 22.

Una forte accelerazione è stata imposta dalla riforma del credito cooperativo e dalla riorganizzazione complessiva del settore bancario caldeggiata da Banca d’Italia e Bce (Banca Centrale Europea). C’è poi un problema di risparmio. La crisi degli anni scorsi ha picchiato duro anche sul sistema creditizio chiamato ora a riorganizzarsi puntando a economie importanti.

La realtà delle valli dell’Avisio segue il flusso degli eventi. Un mese fa le assemblee delle rispettive comunità ha portato alla creazione della Cassa Rurale Dolomiti Fassa, Primiero e Belluno. La nuova realtà è la sesta banca del Trentino (in ordine di importanza) con 23 sportelli, 140 dipendenti e 8 mila soci. Il volume di denaro movimentato è pari a un miliardo 519 milioni di euro.

Lo scorso fine settimana è stato il turno delle due banche di Fiemme: la Cassa rurale di Fiemme (Predazzo) e Cassa rurale Centro Fiemme (Cavalese). Il nuovo ente bancario ora si chiama Cassa rurale Val di Fiemme Bcc. Una “magnifica” Cassa con 17 sportelli (di cui tre in Alto Adige), 104 dipendenti 7 mila soci e un miliardo 300 milioni di euro.

“Si tratta di un progetto condiviso da tempo – spiega Goffredo Zanon, presidente della Cassa rurale di Fiemme – a cui i nostri soci erano preparati. Lo testimonia l’elevato numero dei favorevoli contati in assemblea. Abbiamo unito due realtà sane che saranno operative dal primo dicembre”. Prossimamente sarà convocata la prima assemblea elettiva per eleggere il nuovo consiglio di amministrazione. Nella fase transitoria, prevista fino al 2020, saranno eletti 12 consiglieri in rappresentanza dei vari territori (alta, centro e bassa valle). Successivamente il consiglio di amministrazione sarà composto da otto membri senza vincoli territoriali. La sede legale è a Cavalese mentre la direzione, sotto la guida di Paolo Defrancesco, è a Predazzo.

Si arriverà ad un unica banca delle Dolomiti comprendente il territorio di Fiemme, Fassa, Primiero, Vanoi e Agordino? Sia Carlo Vadagnini, “storico” presidente della Cassa rurale di Moena sia Goffredo Zanon della rurale di Fiemme non escludono questo evento confermando che già negli anni scorsi c’erano stati contatti tra le due realtà e si era parlato di mettere in comune le rispettive esperienze.

“In futuro non escludo questa via – spiega al telefono Goffredo Zanon – considerando che il territorio su cui operiamo ha caratteristiche comuni. Attualmente sia Fiemme che Fassa devono affrontare la riorganizzazione delle rispettive banche, impegno urgente e ineludibile. In futuro auspico la ripresa del dialogo tra Fiemme e Fassa per arrivare a una grande banca delle Dolomiti. Oltre che al capitale potremmo condividere professionalità e puntare su economie di scala in grado di offrire a costi inferiori maggiori servizi alla clientela”.

Si apre quindi una nuova stagione per gli istituti di credito cooperativo nati in periodi di grande difficoltà economica e che hanno dimostrato di superare momenti drammatici come la fine della Grande Guerra con il conseguente passaggio al Regno d’Italia, la crisi economica degli anni ‘30 e il successivo conflitto mondiale. Ora, dopo le recente crisi, si studiano nuove strategie.

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