Nel nuovo libro in tandem di Folgheraiter e Zotta, la periferia trentina che ancora “resiste”. E la cronaca fissa la storia
Con i piedi, più che con le mani sulla tastiera. Un bloc zeppo di appunti, nessun preavviso su Facebook.
E’ un giornalismo antico, ispirato da infinita passione (e compassione), appagante e forse privilegiato perché libero dai condizionamenti del tempo e delle proprietà. Ed è anche un giornalismo insolito, a quattro mani, quello di Gianni Zotta e Alberto Folgheraiter, cresciuto nella redazione del nostro settimanale ed ancora vivacissimo: partenza domattina, alle 7, “en botega”.
E via per tutto l’anno, per tante stagioni, il buon Gianni con l’occhio del cuore che vede quanto gli altri non vedono e lo scoppiettante Alberto, ex cronista Rai, con la spinta famelica a trovare quanto gli altri non trovano, giacché “le notizie sono come le ‘brise’: se non le tiri su tu, le prendono prima gli altri”.
Un’intesa umana, d’amicizia forgiata sul fuoco, prima ancora che professionale, ed una simpatia immediata che diventa quasi una lingua per parlare tanti dialetti, una chiave per aprire le porte di masi e “baiti”, piccole officine e grandi consorzi. Fan due chiacchiere, e nasce un’intervista. Chiedono la strada più breve e scoprono una storia lunga, che inseguono fino all’ultimo capoverso. Tanto che il loro passaggio finisce spesso a tavola, la loro visita diventa un evento. E ripassano, tornano a ringraziare, a vedere cos’è cambiato dieci, quindici anni dopo.
Anche nel fresco volume “Le terre della fatica”, che parte dagli angoli più reconditi della periferia trentina (dalla Valvestino alla Val dei Mocheni, da Vallarsa alla val di Ledro) l’oggetto di questo reportage giornalistico – tale vuole rimanere, anche se Folgheraiter usa un personalissimo passato remoto, per dire che la cronaca fissa già la storia – è la gente trentina con la sua anima lavoratrice, generosa e solidale. Un’anima che “ancora resiste”, nello sguardo inevitabilmente empatico degli autori, che evitano però facili sociologismi e conclusioni definitive, pronti a farsi stupire dal cambiamento. Il tandem è rodato da 40 anni (splendida la foto dei due amici in bici colta da Flavio Faganello nel 1976), ma il lavoro resta corale per la disponibilità di altri amici e collaboratori in queste “puntate” solo in parte già anticipate sulle pagine di Vita Trentina (Ledro, Albiano, Bondone, Frassilongo) e dell’Adige.
Per la prima volta escono con i tipi di FZ Edizioni, la neonata casa editrice della premiata ditta Folgheraiter-Zotta, frutto del desiderio di ricominciare sempre con lo spirito di sempre: buon cammino, nostri inviati sulle strade della fatica.
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