E’ stato provato in Valsugana, ma la società proponente attende i risultati di uno studio di fattibilità prima di estenderne l’impiego
“La ticchiolatura si sviluppa più facilmente quando le foglie sono bagnate e la temperatura atmosferica è più alta. Noi utilizziamo i dati forniti dalle centraline metereologiche già presenti sul territorio trentino coltivato a melo per individuare i periodi in cui è più facile che la malattia possa svilupparsi. Contemporaneamente utilizziamo un drone (Eye Scab) dotato di una termocamera radiometrica e di un sensore multi spettrale a sei bande in grado di raccogliere ulteriori dati scaglionati nel tempo relativamente allo sviluppo fogliare. E’ proprio l’utilizzo delle immagini geo-localizzate catturate dal drone che, accoppiate con i dati meteo, ha permesso di utilizzare un algoritmo con cui si superano i modelli di previsione tradizionalmente utilizzate per la ticchiolatura. Con la possibilità di individuare con buona approssimazione probabilistica l’indice di rischio. Sulla base di questo dato il tecnico di territorio può decidere l’opportunità o meno di un intervento con fitofarmaci adeguati e la tempistica del trattamento qualora risultasse necessario”.
Questo il messaggio contenuto in un comunicato stampa diffuso recentemente dal polo Meccatronica di Rovereto (Impresa, Innovazione, Formazione) al quale afferisce la società Metacortex di Pergine Valsugana. Il messaggio ci ha suggerito l’opportunità di approfondire un argomento e ciò è stato reso possibile nel corso di un incontro con Rino Goller, uno dei quattro soci fondatori di Metacortex.
Dalla documentazione che ci ha fornito rileviamo innanzitutto il profilo e la storia di Metacortex srl. L’azienda è stata fondata nel 2009. I soci avevano alle spalle un’esperienza ultraventennale nel settore ICT (tecnologia applicata a informazione e comunicazione digitale). Il primo nucleo si occupava di sistemi gestionali. Nel 2010 l’azienda si è certificata ed è diventata ufficialmente Business Partners IBM. Nello stesso anno Metacortex ha investito nel settore programmi per l’erogazione di servizi in campo industriale. L’attenzione al settore agricolo è nata a seguito di un forte attacco di ticchiolatura che si è registrato in tutto il Trentino nella stagione 2013. Il progetto ha fruito di un contributo della Provincia autonoma di Trento (Legge 6). I principali partner del progetto sono: il Dipartimento di ingegneria e scienze dell’informazione dell’Università di Trento (prof. Farid Melgani) e la Fondazione Edmund Mach (Nicola la Porta). Collaboratori: Griba Vivai di Terlano (BZ), Andrea Taddia (Consorzio ortofrutticolo Alta Valsugana di Caldonazzo) e Luisa Mattedi (FEM). Gli ideatori del piano di monitoraggio preventivo della ticchiolatura tramite il drone Eye Scab sono partiti con l’idea di creare un sistema di previsione del rischio alternativo ai programmi informatici disponibili a livello internazionale: Clean Arbo francese, Velte olandese, Rimpro, pure olandese. Rimpro è stato realizzato nel 1991 da Marc Trapman e adottato primariamente nelle zone di Mezzocorona e di Pergine Valsugana nel 1995.
Dal 1998 l’ESAT ha formalizzato un contratto di utilizzo per l’intero territorio provinciale. Il programma Rimpro (Relative Infection Measure) simula l’evoluzione biologica della ticchiolatura ed è in grado di definire la gravità dell’infezione non solo in base alle condizioni climatiche, ma anche e soprattutto considerando lo sviluppo del fungo. Nel 2013, dice Mauro Varner responsabile dell’ufficio consulenza agronomica e fitosanitaria del Gruppo Mezzacorona (vi approdano ogni anno i massimi esperti di ticchiolatura del mondo per uno scambio di esperienze) il modello Rimpro ha funzionato bene. Gli errori sono stati fatti da chi ha scelto male la tempistica degli interventi e i prodotti da utilizzare.
La società Metacortex intende gestire con propri tecnici l’utilizzo del drone proponendo la prestazione del servizio ai consorzi ortofrutticoli delle singole zone. Dietro pagamento, ovviamente.
Serviranno almeno 8 droni per servire tutto il Trentino frutticolo. Finora il drone è stato impiegato solo in Valsugana per testare la praticabilità del metodo. Prima di estenderne l’applicazione a tutta la provincia, i responsabili intendono effettuare uno studio di fattibilità utilizzando un contributo concesso dalla Commissione europea. Il metodo potrà subire modifiche e adattamenti anche in vista di ulteriori applicazioni in agricoltura.
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