Panarotta, la speranza resta

Panarotta, area sciistica con lo sfondo del Brenta
Si è chiusa da poco una stagione turistica estiva coi fiocchi in Valsugana, di quelle che non si vedevano da anni, con le strutture che circondano i laghi stracolme a partire ancora dalla fine della primavera. Sono arrivati soprattutto olandesi e tedeschi, ma sono tornati anche molti italiani, che nella zona hanno trovato proposte allettanti, alla pari di quelle delle zone più blasonate, con in più un’ospitalità non inquinata da un superaffollamento che porta a vivere le vacanze con lo stesso stress quotidiano della città. I dati ufficiali ancora non ci sono, ma qualche anticipazione è venuta dal presidente dell’APT Valsugana Stefano Ravelli in occasione di un convegno degli operatori al lido di S. Cristoforo, in cui si è parlato di turismo, di sinergie, di rete, di progetti e di esperienze. Ravelli ha parlato di 960.000 presenze da maggio ad agosto, con un incremento del 6%. Ma ha posto l’accento anche su alcuni aspetti che non funzionano e che sarebbe necessario superare: “Promuoviamo la ciclabile per il Veneto e poi i turisti si perdono tra lago e Trento, oppure promuoviamo il treno + bici e poi sopprimono il treno o lavorano di notte sulla linea Fs che attraversa aree turistiche. Sembra che il turismo sia l’ultima preoccupazione, invece i numeri sono con noi per chiedere più attenzione”. Piste ciclabili, vacanze in baita, terme, necessità di fare rete più che lotta per tirare sul prezzo, bandiera blu, castello di Pergine: questi i principali temi emersi dal dibattito centrato soprattutto sulla stagione estiva.Che è finita, per cui si comincia a guardare anche a quella invernale e quindi a quella Panarotta che da decenni è la cenerentola del turismo, causa soprattutto la sua collocazione in quota, al limite dell’utilizzo invernale. Nevica sempre meno e fa meno freddo anche in inverno. E così diventa ancora più difficile sviluppare un’attività sciistica che possa dare risultati confortanti. Iniezioni di capitali, cambio di denominazione sociale, progetti di collegamenti tra fondovalle e montagna non sono serviti a uscire dal limbo della sopravvivenza.Ora sembra che qualcosa si stia muovendo, in seguito all’acquisto, a metà del 2015, degli impianti di risalita da parte di Trentino Sviluppo con un intervento di 600 mila euro separando la proprietà dalla gestione degli stessi, ora in mano alla Panarotta srl. C’è un piano triennale di investimenti che dovrebbero consentire un rilancio della Panarotta, sempre nell’ottica di un polo sciistico finalizzato alle famiglie più che agli sciatori classici che cercano ovviamente aree sciistiche di un certo livello. Trentino Sviluppo ha accantonato i fondi per la revisione della seggiovia Malga Montagna Granda-Cima Esi, che ha oltre 44 anni di vita, e per la realizzazione del tappeto di risalita che consente l’avviamento allo sci e che sarà in funzione già all’inizio della prossima stagione sciistica. La spesa prevista è di circa 400 mila euro. Contemporaneamente la società di gestione completerà il parco giochi “Panarottaland”, con l’acquisto delle attrezzature a servizio dei più piccoli.

Nel secondo anno sarà attuato l’ammodernamento della seggiovia e saranno realizzate la pista di slittino (1.716 metri dalla sommità della Malga alla partenza con una spesa di 241 mila euro) e lo “ski-weg” che collegherà invece la pista “Storta” con la partenza della pista “Rigolor”. Infine nel 2019 si dovrebbe arrivare alla realizzazione del bacino per l’innevamento artificiale, con una spesa di un milione di euro.

Un programma che dovrebbe portare gradualmente al rilancio della montagna di Pergine e Levico su cui i Comuni della zona continuano a puntare con convinzione. Tutti sperano che questo programma diventi davvero realtà.

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